Volodymyr Zelensky ha firmato la richiesta di adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Il documento verrà presentato nelle prossime ore alle autorità di Bruxelles, con il sollecito ad avviare una procedura speciale per consentire al suo Paese di entrare nell’Ue nel contesto dell’invasione della Russia. Attualmente l’Ucraina ha un accordo di associazione con l’Ue, entrato in vigore nel 2017. Prevede la collaborazione in diversi ambiti, come l’istituzione progressiva di una zona di libero scambio e l’avvicinamento delle legislazioni sulla base di valori comuni, legami stretti e privilegiati, collaborazione nel settore energetico. Ora invece l’Ucraina chiede di entrare nell’Ue. L’ingresso è regolato dall’articolo 49 del Trattato sull’Unione europea, che fissa i criteri. Deve essere uno stato europeo, deve rispettare i valori comuni e impegnarsi a promuoverli. I valori sono: dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti alle minoranze.
La domanda di adesione va presentata al Consiglio, in questo caso alla Francia perché ha la presidenza di turno. Poi viene notificata al Parlamento europeo e a quelli nazionali. Il Consiglio si pronuncia all’unanimità sulla richiesta dopo aver consultato la Commissione che deve esprimere un parere e previa approvazione del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza. Solitamente ci vogliono 15-18 mesi per l’opinione della Commissione Ue. Questo secondo la procedura standard, ma Zelensky ha appunto intenzione di chiedere una procedura speciale per accelerare i tempi. (agg. di Silvana Palazzo)
UCRAINA IN UE? PRESSING ZELENSKY
Ucraina in Ue, la svolta potrebbe essere vicina. Nei giorni del conflitto con la Russia, con Vladimir Putin disposto a tutto per spodestarlo, il presidente ucraino Zelensky ha chiesto aiuti militari all’Occidente, ma non solo. Il numero uno di Kiev è in pressing per fare entrare in Paese nell’Unione europea.
“È il momento cruciale per chiudere una volta per tutte questa lunga discussione e decidere in merito all’adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Ho appena parlato con il presidente del Consiglio europeo di un’ulteriore assistenza effettiva e dell’eroica lotta degli ucraini per il loro futuro libero”, le parole di Zelensky su Twitter al termine di un contatto telefonico con Charles Michel. E le novità non mancano…
“UCRAINA PREPARA DOMANDA DI ADESIONE”
In un’intervista rilasciata ad alcuni media europei, tra i quali l’Ansa, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha confermato che il governo ucraino sta preparando la richiesta ufficiale per aderire all’Unione europea: “Ciò vuol dire che la Commissione dovrà prendere una posizione ufficiale a seguito del ricevimento della richiesta e significa che anche il Consiglio Ue dovrà prendere posizione. Io penso che il dibattito ci sarà molto presto”. Un’accelerazione importante, ma restano da valutare le tempistiche: l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue in tempi brevissimi è praticamente impossibile, nonostante le procedure semplificate e più snelle. Ricordiamo che nelle scorse ore anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, aveva aperto all’ipotesi: “L’Ucraina è una di noi e la vogliamo nell’Unione”, le sue parole ai microfoni di Euronews.
Un’ipotesi supportata da tanti protagonisti della vita politica, ma Carlo Calenda su Twitter ha tenuto a fare una precisazione: “Ammettere l’Ucraina nell’UE mentre è in guerra con la Russia vuol dire andare in guerra con la Russia. Guerra, non sanzioni. La priorità è colpire duro con sanzioni e aiuti finanziari e militari per far cessare l’aggressione. Non favorire un’escalation che Putin cerca. La politica estera in tempo di guerra deve considerare ogni riflesso delle azioni che si annunciano. Non c’è spazio per azzardi e salti nel buio. Oggi Putin è indebolito all’interno”. Il leader di Azione ha proseguito sul punto: “Vogliamo davvero dargli una straordinaria arma di propaganda per allargare il conflitto? Aggiungo una cosa. Non abbiamo purtroppo a che fare con l’URSS post Stalin. Cioè con un regime totalitario formato da una vasta classe dirigente che può intervenire per sostituire il leader se si comporta da pazzo. Quella di Putin è una monarchia assoluta. Molto più pericolosa”.
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