La guerra in Ucraina sembra essere arrivata alle ultime battute. Con rapidità sorprendente l’esercito russo, ieri, ha circondato la capitale Kiev e carri armati sarebbero entrati nei quartieri periferici. Secondo quanto comunicato dalle autorità militari di Mosca, i centri di comando sarebbero stati spazzati via da missili balistici, e l’esercito russo avrebbe dimostrato una notevole sinergia tra armi tecnologiche e truppe di terra. Lo stesso presidente ucraino, Zelensky, mentre chiedeva ai volontari di tutta Europa pronti a combattere per il suo popolo di andare in Ucraina, si è detto disposto a intavolare una discussione con Putin, quindi un cessate il fuoco.



Davanti a questo, il livello di conflittualità sembra invece ormai sfuggito di mano, visto che la Russia ha annunciato la chiusura del proprio spazio aereo ai voli inglesi di British Airways dopo le sanzioni di Londra alla compagnia aerea di bandiera Aeroflot: “Boris Johnson è senz’altro il leader europeo che sta usando il linguaggio più duro contro Mosca” ci ha detto Marco Bertolinigià comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi) e della Brigata Folgore in numerosi teatri di guerra internazionali, ma a differenza nostra se lo può permettere, così come Biden. Sono paesi che non dipendono dalla Russia a livello economico e politico come il resto dell’Europa, hanno una propria autonomia. Fosse per il presidente americano e per il premier inglese, una guerra la affronterebbero volentieri”.



In 24 ore i russi sono arrivati alle porte di Kiev. Come giudica, dal punto di vista militare, l’operazione in corso in Ucraina?

Sicuramente spettacolare, ma c’è un altro aspetto da sottolineare. Purtroppo è da anni che facciamo i conti con le guerre. Prendiamo, per esempio, l’ultimo conflitto contro l’Iraq. Noi tutti abbiamo visto le scene dei bombardamenti, degli attacchi, la stessa cosa che è successa durante i bombardamenti su Belgrado. Di questa guerra invece non vediamo quasi niente, ma non perché ci sia una qualche censura. Chiunque abbia un telefonino è infatti in grado di riprendere cosa accade. Evidentemente, però, le incursioni russe sono molto più chirurgiche di quelle che già normalmente vengono definite tali.



Però sono stati colpiti anche obiettivi civili.

È inevitabile che succeda. Ma sono arrivati a Kiev senza quel fuoco di massa che abbiamo visto su Baghdad: ricordiamo quando rimasero uccisi 300 civili iracheni che si trovavano in un rifugio colpiti da un missile americano. Questo, grazie a Dio, non si è visto, o ancora no. Speriamo non ci tocchi vederlo.

Ritiene possibile che l’esercito ucraino non fosse pronto, come se a Kiev non avessero davvero creduto all’invasione russa?

Può anche darsi che non credessero che Putin sarebbe arrivato al punto di sfidare non tanto l’Ucraina, quanto la comunità internazionale. Anch’io non mi aspettavo un’invasione del genere. Forse, più che la sorpresa, potrebbe essere che anche tra gli ucraini non ci sia una omogeneità di vedute. In Ucraina i russi non sono pochi, e anche nell’esercito potrebbe essere che ci sia una prudenza nell’accelerare il conflitto.

Il presidente ucraino Zelensky si è lamentato del fatto che il suo popolo sia stato lasciato solo a combattere. Ha detto: “Non vedo nessuno pronto a combattere con noi”. Cosa si aspettava?

Con tutto il sostegno e la solidarietà che abbiamo per il suo popolo, non può certo aspettarsi che si vada a fare la guerra contro la Russia: significherebbe scatenare un conflitto mondiale, non bisogna essere degli strateghi per capirlo. Credo invece che il fatto di aver disposto delle sanzioni, che faranno più male a noi che alla Russia, sia già un impegno notevole. Bisogna mantenere aperto il dialogo, possibilità che con il continuo esacerbarsi dei toni purtroppo si riduce sempre di più, ma è necessario, perché ci sarà un dopo-guerra e allora bisognerà mettersi a parlare. Bisogna arrivare a un punto dove uno dei due contendenti dice basta, ne ho avuto abbastanza e a quel punto ci si mette intorno a un tavolo. Ma se si continua ad attaccarsi reciprocamente nel modo che vediamo adesso, diventerà poi difficile ricostruire un possibile dialogo.

È quello che Zelensky ha proposto a Putin.

Vedremo. Probabilmente ha capito che le forze russe sono incontenibili. Questa è l’immoralità della guerra: si conclude con un cappio al collo dello sconfitto. Una guerra così tende ad autoalimentarsi ed è quello che bisogna evitare.

Esiste un patto strategico tra Regno Unito e Ucraina firmato due anni fa e Boris Johnson è fra i leader occidentali il premier che usa i toni più duri. Secondo lei, è una strategia pericolosa? Si sta alzando un muro impossibile da scavalcare fra Russia e resto del mondo?

Il resto del mondo è fatto dall’Europa e dagli alleati Nato extraeuropei, e tra questi bisogna metterci anche gli inglesi. Sono un’isola, sono più legati agli americani che all’Europa. Hanno un approccio molto più radicale del nostro, perché da un punto di vista economico e culturale sono distanti dalle nostre esigenze. Rimanere senza il collegamento con un mercato come quello che esiste con la Russia per noi è un problema, per loro no. I toni di Johnson sono duri, quasi vorrebbe entrare in guerra. Sono gli stessi toni di Biden. Non lo dicono apertamente, ma fosse per loro una guerra la affronterebbero volentieri. 

Draghi invece ha annunciato l’invio in Europa orientale di 1.400 uomini, affermando che ne sono pronti altri 2mila. Che peso ha questa mossa?

Contribuire al rafforzamento dei paesi limitrofi. Noi già contribuiamo con aerei al controllo dei Paesi baltici e della Polonia, è una presenza che esiste già. Quei 1.400 uomini fanno riferimento al contributo che è in atto già dal 2015: operano battaglioni misti mandati nell’Est Europa come forza di dissuasione. Sono numeri che non aggiungono niente di nuovo, anche se non posso metterci la mano sul fuoco.

Il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha detto che lUcraina non è l’unico obiettivo di Putin, che la Russia è una minaccia per lEuropa, e che fornirà a Kiev più armi, inclusi dei sistemi di difesa anti-aerea. Ha idea di che armi possano essere?

Penso soprattutto Manpad spalleggiabili per interventi a bassa quota, fanno parte del Man portable air defense systems che rappresenta un sistema missilistico antiaereo a corto raggio trasportabile a spalla, in modo da essere usato nei combattimenti di terra, in grado di colpire elicotteri e jet.

(Paolo Vites)

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