Con lo sguardo proiettato al futuro già si pensa ai danni che il conflitto in Ucraina ha causato al Paese e a come si potrà ricostruire il tutto. Solo quando la guerra avrà fine potranno cominciare gli interventi, ma è già stata messa in moto la ‘macchina’ della solidarietà, e molti Stati hanno già dato la propria disponibilità. I danni stimati sembrano essere attestati tra i 500 e i 600 miliardi di dollari come ha riportato Panorama in base alle previsioni della Banca Mondiale.
Gli interventi di ricostruzione contempleranno infatti edifici residenziali, case private, dormitori, oltre alle tantissime strutture pubbliche ora rase al suolo come scuole, università, istituzioni educative e ospedali. E molto altro ancora tra fabbriche, aeroporti, ponti e strade. Insomma, sarà necessaria una massiccia opera. Senza contare anche le numerose aree che dovranno essere bonificate perchè cosparse di ordigni esplosivi e mine. In alcune zone di Kiev si è già iniziato a ricostruire le principale infrastrutture, ma la strada è ancora lunga.
Partita la corsa per aggiudicarsi la ricostruzione in Ucraina
La grande opera di ricostruzione dell’Ucraina sembra far gola a molti Stati europei, che già hanno dichiarato di fornire il proprio aiuto. Tra questi in testa troviamo Francia, Germania, Danimarca e Polonia. E Turchia e Corea del Sud sono anch’esse pronte ad intervenire pesantemente. L’Italia, dal canto suo, si è voluta accodare, e non sono mancati appoggi agli interventi di ricostruzione da parte di architetti e ingegneri italiani. Pensiamo a Kharkif e Mikolaiv, le due città in cui si sta iniziando con la ricostruzione. Qui è coinvolto lo studio milanese di ingegneria e architettura ‘One Works’. Inoltre il 26 marzo si terrà a Roma, presso la Farnesina, una conferenza a cui prenderanno parte i massimi livelli dei Governi italiano ed ucraino, della Commissione europea e delle principali Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) impegnate nel Paese, in occasione della quale saranno presentati i rispettivi piani di intervento di ricostruzione nel medio e lungo termine. L’opera sarà simile a quanto già avvenuto dopo la Seconda Guerra Mondiale, prendendo a modello Rotterdam, Amburgo e Dresda, recuperate dopo essere state polverizzate durante il conflitto mondiale.