L’INVITO DEL SINDACO DI KIEV A PAPA FRANCESCO
Papa Francesco è stato ufficialmente invitato a Kiev, la capitale dell’Ucraina presa d’assedio da 20 giorni dopo l’inizio dell’invasione russa: lo ha reso noto direttamente il sindaco di Kiev, l’ex campione del pugilato Vitaly Klitschko, con una lettera inviata lo scorso 8 marzo in Vaticano tramite il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas.
«Crediamo che la presenza di persona dei leader religiosi mondiali a Kiev sia la chiave per salvare vite e aprire la strada alla pace nella nostra città, nel paese e oltre», si legge nella lettera resa nota da Kiev. Klitschko spiega poi al Santo Padre di offrire tutto l’aiuto possibile per poter venire incontro al Papa, ma «Se un viaggio a Kiev non è possibile, chiediamo gentilmente una videoconferenza congiunta, da registrare o trasmettere in diretta. Saranno compiuti sforzi per includere il presidente Zelenskyi in questa chiamata». Il sindaco si rivolge a Francesco come leader spirituale, invitandolo ufficialmente a «mostrare la tua compassione, a stare con il popolo ucraino diffondendo insieme l’appello alla pace». La lettera precede le parole durissime usate durante l’ultimo Angelus in Piazza San Pietro lo scorso 13 marzo: «in nome di Dio fermate la guerra in Ucraina!». Ancora ieri, il Santo Padre Bergoglio durante l’udienza all’Associazione “Anima per il sociale nei valori d’impresa” dell’Unione industriali del Lazio ha aggiunto «Diverse guerre regionali e specialmente la guerra in corso in Ucraina dimostrano che chi governa le sorti dei popoli non ha ancora recepito la lezione delle tragedie del XX secolo».
LA RISPOSTA DEL VATICANO: “IL PAPA È VICINO ALLA GENTE DI KIEV”
Oggi 15 marzo 2022 il Vaticano ha deciso di rispondere pubblicamente con una breve nota dell’Ufficio Stampa della Santa Sede, a firma Matteo Bruni: «il Santo Padre ha ricevuto la lettera del sindaco della Capitale ucraina ed è vicino alle sofferenze della città, alla sua gente, a chi ne è dovuto fuggire e a chi è chiamato ad amministrarla». Il direttore della Sala Stampa vaticana ribadisce come sempre Papa Francesco prega ogni giorno il Signore affinché «siano protetti dalla violenza. E per loro e per tutti ribadisce l’appello fatto domenica scorsa con la Preghiera dell’Angelus: “Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri». L’arcivescovo nunzio apostolico Kulbokas al Vaticano ha spiegato l’attuale tremenda situazione in corso a Kiev: «Come può l’umanità accettare una guerra in cui un bambino, di 1 o 5 mesi, anche se non è colpito direttamente da una bomba, è obbligato a stare al freddo, senza la luce? Come si può trovare una ragione per una guerra di questo tipo? Come può una guerra così continuare? Per non parlare di quelli che sono già caduti, che sono stati uccisi. Ci sono sacerdoti che stanno dentro i bunker e non possono uscire. So che a Irpin c’è un sacerdote bloccato. Immaginiamo cosa può succedere quando finiranno le scorte di acqua e di cibo».