Non è una controffensiva, condotta su larga scala, ma un contrattacco, una semplice azione difensiva per alleggerire la pressione dei russi. L’operazione che l’Ucraina ha presentato come un intervento in grande stile, in realtà sarebbe questo: un tentativo di difendere le posizioni acquisite nel Kursk impedendo ai russi di riconquistare i loro territori. Gli ucraini hanno fortificato le loro posizioni, spiega Giorgio Battisti, già comandante del Corpo d’armata di reazione rapida (NRDC-ITA) della NATO in Italia e capo di stato maggiore della missione ISAF in Afghanistan, ma i russi stanno riguadagnando terreno anche in questa regione. Sul fronte ucraino, invece, l’esercito di Kiev rischia ancora il collasso, alle prese con truppe non sempre addestrate e con la diserzione di migliaia di soldati, mentre i russi sono in grado di reclutare 30mila uomini al mese.
Generale, le agenzie parlano di una nuova offensiva dell’Ucraina nel Kursk. Kiev ha ritrovato improvvisamente le risorse per dare fastidio ai russi?
Alcune agenzie di informazioni hanno parlato di controffensiva ucraina, il che farebbe intendere un’azione su vasta scala, ma è più facile che si sia trattato di un contrattacco. Lo confermerebbero le notizie rivelate da diversi blogger russi, che sembrano comunque credibili. Mosca sta cercando di recuperare i territori della zona di Kursk occupati dalle forze di Kiev in agosto: il settore ucraino in territorio russo è ridotto a 500 chilometri quadrati da mille che erano. L’azione ucraina ha tutta l’aria di essere un contrattacco locale per contrastare questa azione offensiva russa: alcuni blog parlano di due carri armati, alcune unità del Genio per superare campi minati e gli ostacoli sul terreno, di 12 mezzi corazzati, quindi dal punto di vista militare un gruppo tattico minore. L’obiettivo è alleggerire la pressione: i russi vorrebbero recuperare tutto il settore di Kursk prima dell’arrivo di Trump alla presidenza USA.
L’azione ucraina, quindi, può essere un fuoco di paglia?
In un qualsiasi conflitto anche in fase difensiva ci sono dei contrattacchi, diversi, appunto, da una controffensiva, che prevede un elevato impiego di truppe e mezzi. È previsto dalla dottrina militare per contenere l’offensiva dell’avversario. Vedremo nei prossimi giorni se sarà la base di un’azione più ampia. A questo punto, però, ritengo che gli ucraini non abbiano tutta la capacità di condurre una controffensiva, con un maggiore dispiegamento di risorse, in questa situazione.
Ormai anche Kiev ammette le difficoltà del suo esercito?
Sia il presidente Zelensky, sia il capo delle forze armate Syrsky hanno più volte affermato in questi ultimi giorni che l’Ucraina ha grosse difficoltà nel contenere la pressione russa.
Eppure il contrattacco è stato presentato da Kiev come un’azione in grande stile. Su Telegram Andriy Yermak, capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, ha scritto che “la Russia sta avendo ciò che si merita”. Gli ucraini hanno bisogno di far vedere che non si limitano a subire?
È propaganda. Il contrattacco serve a dimostrare la vitalità della difesa ucraina, anche se ormai anche nei media occidentali sta emergendo che l’Ucraina non ha più le risorse per combattere, che il fronte interno è sul punto di crollare.
Al di là dell’azione a Kursk, gli ucraini hanno una strategia in generale?
Da quello che emerge stanno organizzando delle linee difensive con fortificazioni campali: non possono costruire una linea difensiva fortificata come hanno fatto i russi due anni fa quando hanno avuto un inverno di tempo. Vogliono bloccare la spinta nemica anche loro per presentarsi a Trump, il 20 gennaio, mentre sono ancora in territorio russo.
Per gli ucraini, però, si parla anche di defezioni. Quanto incidono?
Si è parlato di una brigata ucraina addestrata dai francesi negli ultimi sei mesi dell’anno, chiamata “Anna di Kiev” in riferimento a una principessa consorte di Enrico I nell’XI secolo, che ha conosciuto grossi problemi appena immessa sul fronte, con molte diserzioni. Dall’inizio della guerra, d’altra parte, 100mila soldati ucraini avrebbero abbandonato i loro reparti.
Da qualunque parte la si guardi l’Ucraina è chiaramente in difficoltà.
È in forte difficoltà, anche se comunque ha la capacità, specialmente con il lancio di droni e i missili ATACMS, di colpire in profondità la Russia. Ma sta soffrendo questa costante pressione russa che sembra inarrestabile. Secondo fonti russe, d’altra parte, Mosca è capace di reclutare almeno 30mila soldati al mese.
Anche nel Kursk il destino degli ucraini è segnato, cioè non potranno resistere più di tanto?
Indubbiamente in questi sei mesi circa hanno avuto modo di assestarsi nel Kursk, cioè di fortificarsi nei villaggi e creare delle posizioni difensive. Le possibilità di resistere sono legate a questo. La Russia ha accettato di perdere terreno, ma adesso lo sta riconquistando un po’ alla volta, seppure lentamente.
(Paolo Rossetti)
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