Duemila anni fa il corpo del Cristo era stato tirato giù dalla croce dove era stato inchiodato e lasciato morire per deporlo nel sepolcro. In questa Quaresima di sangue, il gesto si ripete. Solo che è una statua in legno e non il corpo ancora caldo del Figlio di Dio. Quella statua di Gesù Cristo collocata nella Cattedrale armena di Leopoli è stata portata fuori dall’edifico e sarà conservata in un bunker. La gente ucraina lo aveva già fatto durante la Seconda guerra mondiale, allora per proteggerlo dalle bombe dei nazisti, oggi da un nuovo tipo di nazisti che tanto diversi non sono. Non i soldati, non il popolo russo, ma il loro presidente e i suoi accoliti, gente che noi stessi occidentali abbiamo lasciato che prendessero il potere, troppo attenti alle nostre beghe di cortile.



E pensare che Putin all’inizio del suo mandato aveva chiesto di entrare nella Nato. Era l’occasione buona di costruire quell’Europa “dall’Atlantico agli Urali” con cui tanti si sono riempiti la bocca e basta. Ma è andata così e le bombe cadono sulle case, sulla gente innocente, sui bambini come quello di soli 18 mesi morto nell’ospedale senza corrente elettrica di Mariupol. Tanti Gesù Cristo muoiono in questi giorni in Ucraina.



UNO DEI TESORI PIÙ AMATI

Il Cristo di legno della cattedrale di Leopoli è uno dei simboli non solo della Chiesa Armena ma di tutta la città e fa parte dei tesori che l’edificio conserva. La cattedrale, fondata nel XIV secolo come chiesa armena apostolica, è uno dei luoghi più amati della città oltre che essere stata testimone delle tragedie politiche e religiosi di questa terra. A metà degli anni Quaranta, i religiosi presenti, tra cui il parroco Dionizy Kajetanowicz, furono deportati in un gulag in Siberia e uccisi. La cattedrale rimase per molti anni chiusa e usata come magazzino. Il 18 maggio 2003 la cattedrale è stata riconsacrata.



Anche questo Cristo di legno risorgerà e tornerà al suo posto nella cattedrale. Perché se Dio muore, è per tre giorni e poi risorge.