Dopo le difficoltà che il governo americano sta incontrando nel tentativo di varare un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina nella guerra contro la Russia, anche la posizione dei fondi europei sembra essere sempre più vacillante. Sono attese nelle prossima settimana una serie di discussioni da parte del Consiglio Ue per approvare un pacchetto dal valore di 50 miliardi di euro, oltre che l’avvio del processo di adesione a Kiev all’Alleanza europea.
Tuttavia, a mandare in crisi i nuovi aiuti per l’Ucraina da parte dell’Unione Europea è la reticenza del primo ministro ungherese Viktor Orbán, il quale minaccia di apporre il suo veto alla trattativa. La reticenza ungherese, però, non verte tanto sui fondi da destinare a Kiev, quanto alla sua adesione all’Unione Europea, anche per via della vicinanza di Orbán alla Russia di Vladimir Putin. Non a caso nella serata di ieri il premier ungherese era stato invitato dal collega francese, Emmanuel Macron, ad una cena a Parigi, il quale gode di una posizione privilegiata nei suoi confronti e potrebbe contribuire a sbloccare le trattative per gli aiuti all’Ucraina. Nel frattempo, Kiev lavora ad un incontro tra Zelensky e Orbán, del quale non sono stati ancora definiti i dettagli.
Il piano UE per sbloccare gli aiuti all’Ucraina
L’ipotesi più accreditata allo stato attuale da parte dell’Unione Europea è quella di scorporare le due discussioni sugli aiuti all’Ucraina e sulla sua adesione all’UE. I fondi, infatti, rappresentano per Kiev una priorità, senza la quale il suo destino nel 2024 potrebbe essere segnato da una pesante sconfitta dal punto di vista militare. Infatti, senza l’approvazione della prossima settimana, si rischia di rimandare la discussione al momento successivo alle elezioni, quindi verso la fine del prossimo anno.
Nel 2024 l’Ucraina avrà bisogno di 40 miliardi di aiuti complessivi, dei quali 18 da parte dell’UE, 12 dagli USA e i restanti da istituzioni internazionali. L’Ue, quindi, punta a sbloccare almeno 17 miliardi con la discussione di domenica, lasciando in ballo i restanti 33 che stanno incontrando anche l’opposizione della Germania, schiacciata dalla sentenza che ha blindato il suo bilancio. Nel frattempo, alcuni stati, bloccati gli aiuti all’Ucraina, suggeriscono l’avvio preventivo dello screening sui requisti richiesti a Kiev per l’accesso all’alleanza. Così facendo, mentre si cerca di ottenere l’approvazione da parte di Orbán, la posizione di Kiev viene sondata ed, eventualmente, corretta.