La Cina Popolare ha riproposto il suo piano di pace per l’Ucraina, ma la risposta dell’Occidente si ferma ancora alle forniture di armi all’Ucraina, ivi compresi i proiettili all’uranio impoverito che gli inglesi potrebbero consegnare a Kiev e che hanno fatto innervosire per l’ennesima volta Putin, prefigurando un’escalation del conflitto. La risposta al patto sino-russo, quindi, è l’invio, o almeno la promessa d’invio, a Kiev di armamenti più potenti. Sono compresi i carri armati Abrams dei quali gli americani vorrebbero anticipare la consegna in autunno.
“Segno che gli Stati Uniti – spiega Giuseppe Morabito, Generale con al suo attivo diverse missioni all’estero, membro fondatore dell’Igsda e del Collegio dei direttori della Nato Defense College Foundation – pensano che in autunno, molto probabilmente, si combatterà ancora”. La decisione su una possibile tregua, in preparazione a un’eventuale pace, d’altra parte, parrebbe più in mano a Washington che a Kiev. O, almeno per il momento, gli Usa non sembrano intenzionati a prenderla in considerazione.
Generale, quali opportunità offrono i proiettili all’uranio impoverito promessi dagli inglesi agli ucraini dal punto di vita militare? E quali conseguenze possono avere sull’ambiente, visto che si prospetta l’uso di uranio impoverito?
L’uranio impoverito è quanto rimane dell’uranio dopo che è stato utilizzato nelle centrali nucleari. Resta, comunque, anche se in misura contenuta, parzialmente radioattivo. Si tratta di un materiale ad alta densità, tra i più duri esistenti sulla terra, quello con la massa più alta. Nelle guerre nei Balcani è stato utilizzato dall’A-10 Thunderbolt, un aereo americano dotato di un mitragliatore che sparava, appunto, proiettili a uranio impoverito in funzione controcarro. Sono proiettili talmente duri che se sparati contro un carro armato lo distruggono o lo immobilizzano. Le armi che utilizzano proiettili a uranio impoverito (depleted uranium) hanno un effetto devastante, avendo una capacità di perforazione molto superiore a qualsiasi altro proiettile.
Che effetti può avere allora il loro uso?
Il problema è sia quando colpiscono il bersaglio, polverizzandosi insieme al mezzo colpito, sia quando si disperdono sul terreno, perché spesso rimangano sotto la superficie e inquinano radioattivamente l’area. Quindi ci sono due tipi d’inquinamento: quello immediato quando il proiettile si scompone, distruggendo il mezzo che colpisce e polverizzandosi, e quello relativo ai colpi che non raggiungono il bersaglio. Questi proiettili vengono sparati con una mitragliatrice pesante o con dei carri armati, ma non tutti i colpi raggiungono il bersaglio, s’interrano e, come detto, anche loro inquinano il terreno. Se finiscono in acqua, inquinano i fiumi o i laghi.
Se gli inglesi li fornissero veramente agli ucraini, perché qui siamo ancora all’annuncio, cosa succederebbe?
Se forniranno le munizioni, dovranno dare anche l’arma che li utilizza. Questi proiettili sono per alcune armi specifiche, al momento non ho cognizione che gli ucraini possano usarli con quanto dispongono. Poi si dovrebbero addestrare, eventualmente, i militari ucraini a utilizzare quelle armi. Ripeto, sono proiettili per cannone di carro armato o per mitragliatrici pesanti. Per capire se possono cambiare qualcosa nel conflitto, bisognerebbe sapere quanti proiettili sarebbero forniti e quante armi per utilizzarli. Non cambierebbero il corso della guerra se non fossero usati in modo massiccio e comunque inquinerebbero per molti anni le aree di utilizzo. È, probabilmente, di nuovo propaganda.
Quindi gli ucraini potrebbero anche averne un vantaggio, ma rischiano di rendere inutilizzabili e intransitabili aree del loro Paese?
Purtroppo, nelle zone in cui fossero utilizzati questi proiettili, sarebbe proprio così.
Anche la notizia che gli americani anticiperebbero all’autunno l’invio agli ucraini dei carri armati Abrams, previsto per l’anno prossimo, è da leggere come propaganda, o almeno come una risposta ai colloqui Putin-Xi Jinping?
Avere gli Abrams durante il periodo invernale cambierebbe poco, servirebbero adesso, in modo massiccio, poi durante l’inverno, con il fango, sono troppo pesanti e potrebbero avere problemi di mobilità. Gli Abrams sono armi micidiali, importanti, in base al tempo in cui vengono forniti e alle condizioni meteorologiche in cui opererebbero, perché, appunto, sono carri armati molto, molto pesanti.
Se anche li avessero in autunno gli ucraini dovrebbero aspettare l’anno successivo per usarli?
Dovrebbero arrivare con personale ucraino già addestrato a utilizzarli e poi bisognerebbe vedere quali saranno le condizioni meteo del periodo in cui verranno consegnati e, soprattutto, quanti saranno.
Insomma, non può esserci un terreno fangoso, ma uno che regga il passaggio di mezzi così pesanti?
Se il terreno non è ghiacciato o non è asciutto potrebbe configurarsi più di un problema. Se gli americani, comunque, parlano dell’autunno a venire vuol dire che hanno valutato che a ottobre ci saranno ancora combattimenti in corso. Fornirli dopo una tregua potrebbe essere percepito come una spinta a riprendere i combattimenti.
L’unica prospettiva per il momento è ancora quella di combattere?
Certo. È dovuto al fatto che non si può ragionevolmente accettare il piano di pace presentato dalla Cina Popolare.
Secondo la Bild gli ucraini hanno dei piani per contrattaccare nel Lugansk e nella regione di Zaporozhye, con l’obiettivo di interrompere i collegamenti con la Crimea. Un piano fattibile?
In questo momento i russi stanno fortificando le linee di accesso alla Crimea, nella zona di Mariupol. Vuol dire, naturalmente, che questa ipotesi non viene esclusa neanche dalla controparte russa. La realtà è che in tutto il fronte, comunque, i russi stanno guadagnando terreno. Atteso questo, se l’Ucraina intendesse procedere con questo piano sa già che le truppe di Mosca stanno erigendo queste fortificazioni, si stanno preparando all’evenienza.
Di piani di pace o negoziati all’orizzonte non se ne vedono. Alla domanda su quando Biden parlerà con Xi Jinping, la risposta della Casa Bianca è che succederà al momento opportuno. Che non è adesso.
È evidente ormai che la decisione di una tregua, come prodromo della pace, non pare si prenda a Kiev ma a Washington, perché gli Usa sono il principale sostegno degli ucraini e ritengono, per logica, di essere consultati. Gli americani non accettano il piano cinese di pace perché evidentemente sarebbe uno smacco dal punto di vista diplomatico e metterebbe la Cina Popolare in condizioni di centralità strategica. Poi un “cessate il fuoco” consoliderebbe le posizioni acquisite: se fai una tregua il territorio che è sotto tuo controllo al momento rimane tuo e poi se ne parla al tavolo di pace. Le democrazie occidentali vorrebbero una tregua solo dopo che la Russia avrà lasciato i territori che ha occupato dopo l’aggressione, ivi compresa la Crimea. Quantomeno difficile da ipotizzare al momento.
Quindi non c’è alternativa, si andrà avanti a combattere?
Se Zelensky conferma di accettare di sedersi a un tavolo negoziale solo a queste condizioni, si andrà avanti a combattere. Solo un’indicazione diversa sia di Ue (unita) sia degli Usa può cambiare il corso degli eventi.
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