Dopo anni di dibattiti, scontri e promesse, sembra che a breve potrebbe arrivare una svolta nell’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea: un progetto avviato già nel 2004 ma che si è sempre incagliato in un nulla di fatto per i famosi criteri di Copenaghen mai rispettati da Kiev, che infine nel 2022 – dopo lo scoppio dell’attuale fase del conflitto russo-ucraino – è riuscita ad avviare l’iter ufficiale. Negli ultimi mesi, a causa della ferma opposizione da parte dell’Ungheria sembrava che il progetto di adesione all’Unione Europea da parte dell’Ucraina stesse per incagliarsi nuovamente, salvo poi il colpo di scena di oggi che sembra segnare un ulteriore passo in avanti da parte di Kiev.



L’indiscrezione – che ha un non so che di ufficialità – arriva da Ana Pisonero, portavoce della Commissione per gli affari riguardanti l’allargamento dell’Unione Europea che nella giornata di oggi, in calce ad una breve riunione con gli ambasciatori dei 27 Stati membri ha confermato ai giornalisti che i requisiti per l’adesione dell’Ucraina e della Moldavia “sono stati raggiunti“. La palla – spiega ancora Pisonero – passa ora ai 27 che dovranno “portare avanti la discussione sui prossimi passi“, ma comunque “riteniamo che tutti i passaggi siano stati rispettati dai due Paesi”.



Il report sui rischi dell’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea

Insomma, convenientemente ad un passo dalle elezioni, la Commissione è pronta ad accogliere l’Ucraina nell’Unione Europea, sciogliendo un nodo che affligge il governo di Kiev dall’ormai lontano 2004. Non è chiaro come e se l’Ungheria muoverà guerra all’adesione, ma dati gli ultimi mesi di scontri ci si può aspettare ancora una qualche battuta d’arresto; anche perché – rievocando le parole dell’ex presidente della Commissione Jean-Claude Juncker pronunciate nel 2016 – il timore è che l’adesione completa ed integrata dell’Ucraina nell’Unione Europea potrebbe impiegare non meno di una decina di anni.



Nel frattempo, non passa inosservato un recente rapporto del think tank Bruegel secondo cui accogliere Kiev tra i 27 (a quel punto: 28) potrebbe costare qualcosa come 136 miliardi di euro nel corso di soli sette anni, che potrebbero ridursi a 110 nel caso – remoto – in cui Kiev riesca a riconquistare tutti i territori ora occupati dalla Russia. La seconda conseguenza dell’adesione – sempre secondo Bruegel – potrebbe essere una riduzione del Prodotto interno lordo europeo che comporterà a cascata una rimodulazione dei fondi di coesione dei 27 già membri. Non solo, perché secondo gli esperti non si può ignorare l’ipotesi che l’Ucraina una volta entrata a tutti gli effetti nell’Unione Europea attraversi – come già capitato ad Ungheria e Polonia – un arretramento democratico data la già “molto debole” governance di Kiev e l’elevatissimo rischio di corruzione.