IL “MODELLO AUSTRIA” APPLICATO ALL’UCRAINA: GLI SCENARI
Alla vigilia del primo vero punto di svolta – si spera – della guerra tra Russia e Ucraina, ovvero il vertice convocato in Turchia con i Ministri degli Esteri di Mosca e Kiev, Lavrov e Kuleba, iniziano a delinearsi i possibili compromessi che potrebbero trovare le due parti in conflitto.
Al di là dello scontro mondiale serissimo sul fronte energetico, geopolitico ed economico, il Presidente ucraino Zelensky già ieri ha lievemente “aperto” uno spiraglio di possibile compromesso, annunciando come su Donbass e Crimea «si può parlare» al tavolo con Mosca. Si lavora però ad una bozza ben più profonda da iniziare a delineare domani nel vertice di Antalya: secondo un retroscena del “Corriere della Sera”, il modello previsto per il futuro dell’Ucraina si dovrebbe avvicinare all’Austria. Forse non tutti sanno che Vienna dal 1955 ha sancito la condizione di “neutralità perenne” come esito della Seconda Guerra Mondiale: ebbene, secondo fonti Usa e Ue, riportate dal CorSera, il medesimo schema potrebbe essere applicato anche sul fronte Ucraina, dando così a Vladimir Putin “vinto” il round sulla richieste di non ingresso nella Nato del Governo di Kiev.
NO NATO, NEUTRALITÀ PERENNE: IL FUTURO DELL’UCRAINA?
«Siamo pronti a trattare su Nato, Donbass e Crimea»: Zelensky alla emittente ABC ha dato la linea e ora gli “sherpa” di Mosca e Kiev intensificano gli sforzi per raggiungere una bozza di negoziato di pace. Il “modello Austria” prevede che il futuro ucraino possa imitare le condizioni di Vienna nei rapporti con la Nato: la piccola nazione sulle Alpi fa parte dei Paesi associati alla Nato, ovvero invitati ai vertici come osservatori, ma non è diretta alleata. Fino ad oggi la “neutralità perpetua” non ha comunque impedito a Vienna la collocazione tanto in Europa quanto nello stesso Occidente geopolitica: «Qualcosa del genere si potrebbe ipotizzare anche per l’Ucraina, ma senza forzare i tempi e le procedure», nota ancora il “Corriere della Sera”. Vi sarebbero però non poche condizioni che si dovrebbero tener conto per raggiungere tale scenario-modello: in primis, la piena sovranità di Kiev dovrebbe essere garantita a livello internazionale anche da Mosca. Non solo, Putin dovrebbe far mantenere Kiev lo statuto di Capitale dell’Ucraina e forse dovrebbe anche concedere la sovranità ucraina su Odessa, la città strategica per il suo porto sul Mar Nero. Non è detto che Mosca possa accettare tutto, ma è di certo questa “traccia” a rappresentare al momento lo spiraglio più ampio possibile per intravedere la fine delle ostilità sul campo.