Un vertice segreto con la Nato per rilanciare la controffensiva dell’Ucraina. Sarebbe andato in scena dieci giorni fa, un vero e proprio consiglio di guerra in un luogo segreto tra Polonia e Ucraina. Oltre ai vertici militari ucraini, avrebbero partecipato all’incontro alti ufficiali Nato. Il Guardian riferisce anche di un incontro tra il comandante in capo delle Forze Armate ucraine, il generale Valeri Zaluzhnyi, il generale americano Christopher Cavoli e l’ammiraglio Tony Radakin, capo delle Forze armate britanniche. Sono i due pilastri del sostegno dell’Occidente all’Ucraina.



Un summit informale per provare a dare una svolta alla controffensiva di Kiev, che ieri è riuscita a distruggere in Crimea il lanciatore russo del sistema antiaereo S-400 Triumph, un mezzo bellico molto avanzato, mentre i soldati russi subivano perdite significative sulle isole del delta del fiume Dnipro. La portavoce del centro stampa militare ucraino Sud, Nataliya Gumenyuk, riferisce che le forze ucraine stanno distruggendo la sottoflotta fluviale con cui la Russia vuole effettuare manovre tra le isole. Inoltre, nel mirino dell’operazione ci sarebbero armi di grosso calibro.



UCRAINA IN PRESSING SU GERMANIA PER AIUTI MILITARI

Mentre trapelano notizie dell’incontro cruciale tra militari top ucraini, Usa e britannici ed emergono indiscrezioni sul fronte compatto occidentale, la Russia parla invece di miglioramento delle posizioni sulla linea del fronte nella zona di Kupyansk, nella Regione di Kharkiv. Il generale Igor Konashenkov, infatti, ha fatto sapere che sarebbero stati respinti cinque attacchi delle Forze Armate ucraine e gli ucraini avrebbero perso «fino a 50 truppe», oltre a mezzi e attrezzatura militare.

Nel frattempo, il ministro della Difesa ucraino, Oleosi Reznikov, chiede di più. Infatti, sollecita la Germania che sta prendendo tempo prima di consegnare i missili da crociera Taurus. «Sono davvero ottimista e ritengo che in futuro avremo anche i Taurus dalla Germania», ha dichiarato ai media tedeschi, precisando di «non credere che ci vorrà un intero anno». Continuano, dunque, le pressioni su Berlino per ottenere gli aiuti richiesti.