Recentemente con grande stupore degli osservatori internazionali, l’Ucraina ha ricevuto un primo via libera all’adesione all’Ue. Una trattativa a lungo dibattuta e che si era sempre bloccata per via del veto dell’Ungheria, che ha recentemente ceduto in cambio dello sblocco di 10 miliardi di euro (su un totale di 40) congelati per via delle posizioni poco democratiche del presidente ungherese Viktor Orbán.



Un passo avanti, per l’Ucraina, certamente importante, che così facendo avrà libero accesso al mercato unico europeo, oltre ai fondi che l’Ue mette e disposizione per i paesi più economicamente svantaggiati. Dal conto suo, invece, Kiev dovrà dimostrare di meritarsi l’accesso implementando tutta una serie di controlli governativi, specialmente contro la corruzione che nel paese è diventata ormai sistemica. Tuttavia, secondo quanto spiega in un articolo su Le Figaro l’ex deputato francese Pierre Lellouche, l’accesso dell’Ucraina all’Ue sembra avere, in qualche modo, il retrogusto di “una trovata pubblicitaria estemporanea, ispirata più dal panico dei nostri leader sonnambuli che da una visione strategica solida, attentamente pensata e preparata”.



I problemi dietro all’accesso dell’Ucraina all’Ue

Secondo Lellouche, insomma, l’accesso dell’Ucraina all’Ue non è stato debitamente pensato ed organizzato, soprattutto per via di alcune ragioni principali. La prima è il conflitto in corso nei territori di Kiev, che sembra dilatarsi sempre di più in uno scontro di trincea in un totale stallo. L’Europa, in questo contesto di guerra permanente, è rimasta ormai senza fondi o scorte militari, mettendo gravemente in pericolo il suo potenziale potere di difesa e deterrenza.

Similmente, secondo l’ex deputato francese, l’accesso dell’Ucraina all’Ue aprirà altri problemi dal punto di vista politico ed economico. Nel primo caso, infatti, non è stato definito come funzionerà l’Unione quando saranno aumentati i membri, né se sarà necessario un qualche cambiamento nella composizione del Parlamento, del Consiglio e dei vari organi. Dal punto di vista dell’economia, invece, l’accesso dell’Ucraina all’Ue aprirà la questione su chi dovrà finanziare la ricostruzione (stimata tra i 400 e i 700 miliardi di euro), mentre Kiev diventerebbe il paese in assoluto più povero dell’alleanza, causando un cambio di status della Spagna, che diventerebbe un contribuente netto. Infatti, Kiev necessiterà di circa 20 miliardi di euro di fondi strutturali europei annuali, che attualmente non sembrano essere disponibili.