Ieri abbiamo preparato un pacco per due famiglie di Kharkiv, in Ucraina, che abbiamo ospitato per quasi due anni dopo l’inizio della guerra e che in luglio a loro volta ci hanno accolto a Kiev per qualche giorno. Eravamo andati là per condividere un po’ delle loro pene, dopo che avevamo condiviso qua il dramma per aver perso la casa a causa di uno dei primi missili sparati dai russi.
Non sono famiglie povere. Le mamme erano docenti dell’università. Il marito di una di loro è il colonnello che comanda le squadre speciali dei vigili del fuoco in caso di bombardamento sulla città. In questi giorni il suo lavoro è stato incessante. Natasha, la cognata, mi ha detto per telefono che ormai non si può più dormire una notte senza essere svegliati dalla sirena dell’allarme. La piccola Katarina esce solo per andare a scuola e poi, una volta a casa, subito giù nel rifugio. Peggio di quando c’era il Covid, ovviamente.
Nel pacco, non grande, ci sono tutte le prelibatezze che hanno scoperto da noi. A Kiev non manca il cibo e loro hanno il denaro per comprarlo. Però il fatto che queste cose buone, molto buone, vengano dagli amici d’Italia sta a dimostrare che non sono stati abbandonati.
Non abbiamo mandato missili, droni, o carri armati, ma a volte per resistere può servire anche il pesto che piaceva a Natasha, i cioccolatini speciali di cui è ghiotta Katarina o l’introvabile zafferano con cui preparare quello strano risotto giallo, grande scoperta dei nonni.
Preparare dei pacchi per i non abbienti, come si è fatto di recente con il lavoro della Colletta alimentare è certamente un’ottima cosa, un bene non dovuto che fa del bene anche a chi fa del bene, ma ricordarsi degli amici colpiti dalla guerra, purtroppo anche dai lutti di loro amici scomparsi al fronte, può essere un’opera di misericordia da non buttare via.
Gesù condivideva il dolore di tutti, senza distinzione di etnia e di censo. La sua era una vera lotta di classe che consisteva proprio nel trattare i poveri, anche i più reietti, come i benestanti. E tra questi, ogni tanto qualcuna lasciava tutto per seguire Lui e quindi per servire anche i poveri. Per informazioni chiedere di Levi Matteo, Giuseppe di Arimatea e altri.
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