“C’È LA GUERRA IN UCRAINA, NON È FILM”
«E’ una situazione molto grave, non sono in un film, non sono io ad essere iconico, ma l’Ucraina»: così il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky spiega in una intervista alla CNN e ala Reuters di aver ribadito all’omologo americano Joe Biden la necessità che gli Stati Uniti diano un messaggio molto più forte contro la Russia, visto il conflitto in atto.
Poche ore dopo l’intervento in video collegamento con il Parlamento Europeo, il leader del Governo di Kiev – rimasto nella Capitale nonostante i bombardamenti del Cremlino – sferza, quasi striglia, il Presidente della Casa Bianca: Biden «dia un messaggio forte e utile sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel discorso sullo Stato dell’Unione che terrà questa sera». Lo stesso Zelensky sottolinea poi come il mondo «non può perdere qualcosa di così speciale» come l’esperienza di libertà che sta portando avanti il popolo ucraino in questi giorni di guerra: «L’Ucraina è il cuore dell’Europa, e ora credo che l’Europa consideri l’Ucraina qualcosa di speciale, ed è per questo che il mondo non può perdere qualcosa di speciale».
LA TELEFONATA TRA ZELENSKY E PUTIN
«Ho appena avuto una conversazione con il Presidente Joe Biden», scrive poi su Twitter il leader ucraino Zelensky a seguito della mezz’ora di colloquio telefonico con la Casa Bianca. «Si è discusso della leadership americana sulle sanzioni anti-russe e sull’assistenza alla difesa all’Ucraina. Dobbiamo fermare l’aggressore il prima possibile. Grazie per il vostro sostegno!», conclude il Presidente di Kiev rivolgendo un ultimo appello alla comunità internazionale dopo l’attacco con missili alla torre tv della Capitale, «Al mondo: che senso ha dire «mai più» per 80 anni, se il mondo tace quando una bomba cade sullo stesso sito di Babyn Yar (memoriale Shoah in Kiev, ndr)? Almeno 5 uccisi. Storia che si ripete…». Dopo il colloquio con Zelensky, la Casa Bianca fa sapere di aver confermato all’amico ucraino «la volontà di usare ogni strumento disponibile per limitare i problemi alle forniture energetiche globali provocati dalle azioni del presidente Putin».