Una tecnologia controversa, che prevede la manipolazione del tempo atmosferico, del meteo, per combattere la crisi climatica, è finita per la prima volta nel mirino delle autorità di regolamentazione dell’Unione europea. Stando ad una bozza visionata dal Financial Times, la settimana prossima la Commissione europea chiederà un impegno internazionale per valutare «i rischi e le incertezze degli interventi sul clima, compresa la modifica della radiazione solare», e una ricerca su come regolamentarla a livello globale. Per la prima volta un organo di governo nazionale o regionale riconosce ufficialmente il crescente interesse per la geoingegneria, una scienza che propone di interferire con i modelli meteorologici per raffreddare la Terra.



Tra le tecniche più controverse c’è un processo chiamato iniezione di aerosol stratosferici, che prevede l’uso di voli. Consiste nel far volare un aereo a 20-25 km sopra la Terra sparando particelle di dimensioni micrometriche che riflettono il sole. Ma finora non sono stati realizzati aerei in grado di trasportare tali carichi a quell’altezza, ma questa tecnica potrebbe portare a un temporaneo raffreddamento globale.



MANIPOLAZIONE DEL METEO, IL DOCUMENTO E I RISCHI

Il documento dell’Unione europea, che non è vincolante dal punto di vista giuridico e potrebbe cambiare prima della sua pubblicazione, evidenzia l’entità del timore che l’umanità non sia in grado di mantenere la crisi climatica, e più precisamente il riscaldamento globale entro il limite di 1,5°C. Ma i metodi di geoingegneria, che sono ancora in fase embrionale di sviluppo, non sono regolamentati. Ma il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente nel suo più recente rapporto sulla cosiddetta gestione della radiazione solare, che comprende diverse tecniche per regolare i raggi solari, descrive la tecnologia come «l’unico» modo per raffreddare il pianeta nel breve termine.



D’altra parte, diversi fattori, tra cui i costi che potrebbero ammontare a «decine di miliardi di dollari all’anno», ne rendono «imprudente» la diffusione su larga scala. Matthias Honegger, ricercatore del Perspectives Climate Research, al Financial Times ha dichiarato che i metodi per alterare i raggi solari potrebbero essere realizzati «entro pochi anni». Ma il rapporto avverte: interferendo con il clima naturale del globo si potrebbe danneggiare lo strato di ozono, provocare tensioni geopolitiche e, in caso di interruzione improvvisa, causare un’improvvisa recrudescenza del riscaldamento globale che sarebbe più pericolosa.