Dopo il trattato firmato con la Nuova Zelanda per decidere sul libero scambio commerciale ed import in Europa di vari prodotti agricoli, sarebbe stato il momento di concludere quello con l’Australia. Il ministro del commercio Don Farrel si era recato a Bruxelles per discutere gli ultimi dettagli e cercare di trovare un accordo che però non c’è stato. Sulla mancata decisione finale pesano le posizioni dell’Europa per quanto riguarda il non voler togliere dazi ad alcune tipologie di merce alimentare, soprattutto la carne e i latticini.



Il negoziato prevedeva, come richiesto da Canberra, di garantire libero accesso al mercato agricolo protetto Ue, a carni di agnello, zucchero, ma anche di poter utilizzare liberamente le denominazioni legali per quanto riguarda lo champagne e il parmigiano. Come riporta oggi il Financial Times, la stampa australiana ed alcuni esponenti del governo si sono mostrati delusi da questo atteggiamento, definito “controproducente” poichè penalizzerebbe la catena di approvvigionamento, e l’export tra paesi alleati. Soprattutto in momento in cui tutto l’occidente cerca di staccarsi dalla dipendenza cinese.



Perchè il mancato accordo commerciale con l’Australia potrebbe penalizzare l’UE

Il Financial Times ha ribadito l’importanza di un accordo commerciale con l’Australia, per garantire maggiore libertà di scambio dei prodotti agricoli nell’ambito europeo. La posizione di Bruxelles però potrebbe ora avere ripercussioni su tutta l’economia, soprattutto per quanto riguarda la maggiore indipendenza energetica. Il trattato infatti, oltre a eliminare dazi sulle importazioni di carni, latticini, zucchero, e vini, avrebbe il vantaggio di poter poi accedere più liberamente all’acquisto di materie prime importanti che attualmente vengono ancora acquistate dalla Cina. Si tratta prevalentemente di metalli rari che vengono estratti in grandi quantità nelle miniere australiane, e fondamentali per la transizione energetica europea.



La questione quindi ora rimane in sospeso e si aggiornerà durante il summit della Nato a Vilnius, attualmente in corso. Se dovessero restare le restrizioni europee in termini di dazi, limiti, e regole ambientali, come sottolinea il quotidiano, l’approvvigionamento di carni potrebbe essere ridotto ai minimi tanto che ogni cittadino Eu potrà “mangiare una bistecca australiana sono una volta ogni 40 anni“.