L’Unione europea blocca l’accordo che consentirebbe alla Gran Bretagna di rimandare in Francia i migranti transitati dal Canale della Manica. Lo rivela il Daily Mail, che cita alcuni documenti ufficiali che riportano il rifiuto da parte di uno dei più fidati collaboratori della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Si tratta di Bjoern Siebert, capo di gabinetto di von der Leyen, il quale ha riferito ad alti funzionari britannici che l’Ue intende rifiutarsi di prendere in considerazione la firma di un “accordo di rimpatrio” post-Brexit. Inoltre, ha espresso il suo rifiuto anche in un incontro faccia a faccia con il consigliere per la sicurezza nazionale dell’Ufficio di Gabinetto, Sir Tim Barrow, all’inizio di quest’anno.



Questo vuol dire che la Gran Bretagna non potrà rimpatriare i migranti delle piccole imbarcazioni in Francia nel prossimo futuro. Il Daily Mail ha visionato una nota interna del governo britannico che descrive l’esito dell’incontro tra Barrow e Siebert. Il funzionario dell’UE afferma: «Ha sottolineato che la Commissione non è aperta a un accordo di riammissione tra Regno Unito e Unione europea». Stando al memorandum, inviato a diversi dipartimenti governativi, le due parti hanno tuttavia concordato di cooperare su altre misure in materia di immigrazione, tra cui la lotta alle bande di trafficanti.



MIGRANTI, UK SPALLE AL MURO ANCHE PER PIANO RUANDA

Nelle ultime ore la Commissione europea ha smentito le rivelazioni del Daily Mail. Un portavoce ha contestato la ricostruzione, spiegando che «Siebert non ha mai detto quello che si sostiene». Come evidenziato dal giornale britannico, la Francia insiste sul fatto che le disposizioni dell’Unione europea in materia di frontiere possono essere decise solo da Bruxelles, cosa che invece la Gran Bretagna considera un punto irrilevante. C’è poi una questione pratica. Se i migranti della Manica non possono essere trasferiti in Francia, le opzioni del Ministero dell’Interno sono limitate all’invio nel loro Paese d’origine, che in molti casi comporta problemi di diritti umani, o in un Paese terzo sicuro come il Ruanda. Ma l’accordo di asilo stipulato dal governo Uk con il Ruanda è in un limbo giuridico dopo che, a giugno, la Corte d’Appello lo ha dichiarato illegittimo per motivi di diritti umani.



Il rifiuto di prendere in considerazione un accordo di rimpatrio ha intensificato le pressioni all’interno del partito conservatore sul primo ministro Rishi Sunak per l’uscita della Gran Bretagna dalla Convenzione europea sui diritti umani (Cedu). «Se l’UE non prenderà in considerazione un accordo di rimpatrio, non avremo altra scelta che riprendere il pieno controllo della nostra sovranità legale», ha dichiarato il deputato conservatore Danny Kruger. Un portavoce del governo Uk ha dichiarato: «Restiamo aperti a lavorare con l’UE per portare avanti i negoziati su un accordo di rimpatrio tra Regno Unito e Unione Europea». Dunque, i ministri britannici sperano ancora che si possa raggiungere con l’Ue un accordo sui rimpatri: lo considerano un fattore chiave per scoraggiare le traversate.