UE APPROVA MANOVRA ITALIA MA BOCCIA TETTO AL CONTANTE, POS E PENSIONI

«La manovra finanziaria italiana nel complesso è in linea con le raccomandazioni europee»: per la Manovra di Bilancio 2023 del Governo Meloni il semaforo è dunque “verde” per la Commissione Europea, anche se vanno citati alcuni rilievi critici mossi in particolare contro il tema di lotta all’evasione – tetto al contante a 5mila euro, multe ai negozi senza Pos solo sopra i 60 euro (o 40 euro, come intende modificare lo stesso Governo secondo gli ultimi emendamenti di Forza Italia) – e riforma pensioni. «Plausibili le ipotesi macroeconomiche alla base del progetto di bilancio sia nel 2022 che nel 2023», si legge nel report della Commissione Europea sul Documento Programmatico di Bilancio 2022-2023 consegnato in tempi record dal Governo Meloni a Bruxelles. «La valutazione della Commissione sull’impatto di bilancio delle misure di politica fiscale è sostanzialmente in linea con quella del governo», conclude la Commissione che conferma con Dombrovskis e Gentiloni la bontà dell’impianto generale della Finanziaria.



«Nella manovra italiana ci possono essere alcune misure specifiche che possono riguardare o aver riguardato obiettivi del Pnrr e che bisogna evitare di contraddire, capovolgere. In particolare questo riguarda alcuni obiettivi legati ai pagamenti digitali. Questo è l’elemento che può incrociare due terreni distinti come legge di bilancio e Pnrr. Ne stiamo discutendo con le autorità italiane», sottolinea con criticità il commissario all’Economia Gentiloni, aggiungendo poi la necessità di insistere sulla riforma del fisco e in generale sulle riforme strutturali. «L’Italia non ha ancora compiuto progressi per quanto riguarda la parte strutturale delle raccomandazioni di bilancio contenute nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022 nel contesto del semestre europeo e invita pertanto le autorità ad accelerare i progressi», scrive la Commissione nel suo report sulla Manovra. Aiuti più mirati devono poi arrivare sul fronte energia: «proroghe alle misure di sostegno contro il caro energia o eventuali nuove misure siano meglio concentrati sulle famiglie più vulnerabili e sulle imprese più esposte, per mantenere gli incentivi a ridurre la domanda di energia e per ritirarle quando la pressione sui prezzi dell’energia diminuisce».



TETTO AL CONTANTE, L’UE CONTESTA L’ITALIA MA PROPONE SOGLIA DOPPIA DELLA NOSTRA

Il «giudizio positivo con rilievi critici» sulla Manovra sottolineato da Gentiloni e Von der Leyen viene comunque accolto positivamente dal Governo Meloni: nella nota ufficiale il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti scrive «La Commissione ha promosso la nostra manovra giudicandola ‘in linea’: l’Italia è quindi inserita nella metà dei Paesi europei che sono dalla parte giusta. Questo risultato è una grande soddisfazione. Abbiamo smentito i gufi nazionali: serietà e responsabilità pagano e continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione». Certo, restano le critiche anche imponenti sul fronte contanti e pagamenti digitali che vedono su assi completamente diversi Italia e Bruxelles: «Il documento programmatico di bilancio comprende misure che non sono coerenti con le passate raccomandazioni specifiche per Paese. Il 9 luglio 2019 il Consiglio, tra gli altri, ha raccomandato all’Italia di combattere l’evasione fiscale, in particolare sotto forma di omessa fatturazione, anche rafforzando l’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, anche mediante l’abbassamento delle soglie legali per i pagamenti in contanti, nonchè di attuare pienamente riforme pensionistiche per ridurre la quota delle pensioni nella spesa pubblica», si legge ancora nel documento della Commissione Europea sulla Manovra in Italia.



Entrando nel dettaglio, da Bruxelles si ritiene che «le misure incluse nel documento programmatico di bilancio che non sono in linea con queste raccomandazioni specifiche per paese riguardano in particolare: (i) una disposizione che aumenta il massimale per le operazioni in contanti dagli attuali 2.000 euro a 5.000 euro nel 2023; (ii) una misura equiparata al condono fiscale che consente la cancellazione di debiti tributari pregressi relativi al periodo 2000-2015 e non superiori a mille euro; (iii) la possibilità di rifiutare pagamenti elettronici inferiori a 60 EUR senza sanzioni; e (iv) il rinnovo, con criteri di età più stringenti, nel 2023 dei piani di prepensionamento scaduti a fine 2022». La critica è serrata e sebbene sul fronte Pos la Manovra italiana già avrà dei correttivi nella discussione in Parlamento con il tetto che scenderà a 40 e non più 60 euro, è sul tema del tetto al contante che risuonano quantomeno “bizzarre” le notifiche della Commissione Ue. Dopo proposta di Bruxelles, il Consiglio Ue ha fissato lo scorso anno un limite massimo di 10000 euro per i pagamenti in contanti, lasciando agli Stati membri la possibilità di individuare anche eventualmente un tetto inferiore. L’Italia con Draghi intendeva portare il tetto da 2mila euro a soli 1000 dal 1 gennaio 2023: il Governo Meloni è intervenuto portando il tetto invece a 5mila, comunque la metà di quanto è la proposta europea. Di recente la stessa Meloni, commentando le iniziative della scorsa settimana della Commissione, sottolineava «L’Europa questa settimana ha deciso di fissare il tetto ai pagamenti contanti a 10mila euro, il doppio di quanto e’ stato previsto dal Governo italiano. Allora vorrei chiedere a chi ci ha detto che vogliamo favorire gli evasori, nell’Unione europea vogliono favorire gli evasori? Non credo, probabilmente abbiamo ragione noi quando sosteniamo che bisogna consentire alle persone di utilizzare il denaro contante e che questo non ha nulla a che fare con la lotta all’evasione; e forse abbiamo ragione noi anche quando cerchiamo di spiegare che una misura come il tetto al contante ha un senso solamente se e’ una misura europea perché se esistono diversi tetti al contante in giro per l’Europa quelli che hanno un tetto più basso rischiano di creare problemi alla loro economia in rapporto alle altre nazioni». Quel limite a 10mila euro di contante massimo per l’Europa va bene, per l’Italia – che tra l’altro lo pone dimezzato in Manovra – invece no.