Se avessero rispettato l’impegno contrattuale sarebbero andate bene le cose, invece ci hanno dato solamente il 30% quindi 80 e 60 milioni”. Così Thierry Breton a ‘Che tempo che fa’ in merito al caso AstraZeneca. A proposito dell’eventuale rinnovo del contratto, il commissario europeo responsabile della fornitura dei vaccini non si è sbilanciato: “Una volta che ci sarà la scadenza contrattuale vedremo, di fatto non si è deciso nulla”. Comunque si è detto fiducioso riguardo la possibilità di raggiungere l’obiettivo fissato con l’inizio della campagna vaccinale: “Ci sarà un’accelerazione fortissima, che ci permetterà di arrivare al 70% degli adulti vaccinati entro luglio con la seconda dose”. Riguardo al passaporto vaccinale, ha lanciato un avvertimento: “Bisogna comunque fare ancora molta attenzione e rispettare le regole perché alcuni avranno deciso di non vaccinarsi, dato che la vaccinazione non è obbligatoria come sappiamo, anche se io la incoraggio naturalmente”.



Per quanto riguarda la produzione di vaccini in Europa, Thierry Breton ha spiegato: “Fare vaccini è molto complicato e in 10 mesi noi abbiamo fatto quello che si fa di solito in 3-4 anni. Abbiamo 54 aziende che lavorano per produrre questi vaccini in tutta Europa. Il 60% della produzione è per noi, mentre il 40% lo riserviamo ai paesi vicini”. Ciò è molto importante perché la pandemia non ha frontiere, quindi è importante che anche gli altri Paesi si vaccinino. “Gli Usa hanno preso una decisione diversa dalla nostra e hanno deciso di non esportare neanche una singola dose di vaccino. Noi invece vogliamo occuparci anche dei Paesi vicini, perché l’Europa è anche questo e dobbiamo esserne orgogliosi”.



Infine, sul caso Janssen, il vaccino di Johnson & Johnson: “Non so nulla di più di quello che sapete voi, ma abbiamo fiducia. L’Agenzia del Farmaco migliore del mondo è la nostra. Ci sono stati una serie di studi complementari e spero che ci saranno queste 55 milioni di dosi in più per l’Europa. È un vaccino interessante perché monodose e quindi molto più facile da usare”. (agg. di Silvana Palazzo)

BRETON “IN 3 MESI A ITALIA 54 MILIONI VACCINI”

In Italia arriveranno più dosi del previsto di vaccini anti Covid nel secondo trimestre del 2021. Ad annunciarlo è stato Thierry Breton, commissario europeo responsabile della fornitura dei vaccini, intervenuto a ‘Che tempo che fa’ in collegamento. Quindi, tra aprile e giugno nel nostro Paese arriveranno 6,5 milioni di dosi di vaccino in più. “In totale sono 54 milioni di dosi”, ha spiegato da Fabio Fazio. “C’è un’accelerazione, è più di tre volte rispetto a quello che è stato ricevuto nel primo trimestre”. In merito alle difficoltà emerse in merito alla campagna vaccinale, Breton ha spiegato che ad agosto dell’anno scorso nessuno sapeva come avrebbe funzionato il vaccino. “Abbiamo firmato una serie di contratti, abbiamo avuto 106 proposte e ne abbiamo scelte 6, di cui 4 già approvati, nei prossimi 3 mesi speriamo di avere anche Sanofi”.



A proposito, invece, del caos AstraZeneca, Thierry Breton ha spiegato che avrebbe dovuto consegnare 100 milioni di dosi nel primo trimestre e 180 nel secondo. “Se avessero rispettato gli impegni, le cose sarebbero andate bene”. Ma non si è sbilanciato riguardo il rinnovo del contratto con l’azienda anglo-svedese.

UE, BRETON SU PASSAPORTO VACCINALE

Thierry Breton è anche il ‘padre’ del passaporto vaccinale europeo che dovrebbe debuttare a giugno. A tal proposito a ‘Che tempo che fa’ ha spiegato il motivo per il quale si vuole creare questo certificato digitale da metà o fine giugno: “Lo facciamo quando ci sarà un aumento delle persone vaccinate, deve essere un numero di significativo”. In collegamento con Fabio Fazio, il commissario europeo responsabile della fornitura dei vaccini ha chiarito qual è l’obiettivo della Commissione Ue per la fornitura dei vaccini: “È avere sufficienti vaccini al 15 luglio, in modo tale che più del 70% della popolazione adulta possa aver ricevuto la seconda dose, non solo la prima”. Una volta raggiunta questa soglia, si può creare il passaporto vaccinale. “Ci sarà lo stato relativo alla vaccinazione, se il soggetto ha gli anticorpi dopo aver avuto il Covid. Se la persona non appartiene a nessuna delle due categorie, bisogna sottoporsi ad un test molecolare”. Si tratta di un certificato volontario, quindi non obbligatorio. “Però se avremo più del 70% della popolazione vaccinata, sarà molto importante per poter riaprire tutti i luoghi pubblici e ricominciare una vita normale”.

Thierry Breton a ‘Che tempo che fa’ ha messo in evidenza l’impegno dell’Unione europea, che è il primo fabbricante di vaccino insieme agli Stati Uniti in tutto il mondo, con cui si lavora in sintonia. Infine, riguardo le esportazioni: “Noi esportiamo il 40% di dosi di vaccino perché vogliamo occuparci anche dei paesi circonvicini, perché è il nostro interesse. L’Europa è questo e noi dobbiamo essere orgogliosi di questo: non è solo uno che deve sobbarcarsi il fardello della storia”.