QUALE SAREBBE LA PROPOSTA DEL MES PER “SBLOCCARE” FONDI SULLA DIFESA UE (E PERCHÈ SAREBBE UNA POTENZIALE TRAPPOLA PER L’ITALIA)
Mentre l’Unione Europea si lamenta per essere stata fatta fuori dai primi negoziati di pace, tanto in Ucraina quanto nel Medio Oriente (anche la promessa americana giunta oggi col Segretario di Stato Rubio fa intravedere un futuro comunque più roseo di quanto annunciato da Trump, ndr), una svolta effettiva è giunta negli scorsi giorni mentre l’ex BCE Mario Draghi tuonava contro l’inerzia e incapacità europea di prendere decisioni urgenti. Durante l’ultimo Eurogruppo la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ha spiegato che sarà possibile uscire dai rigidi controlli del Patto di Stabilità per quanto riguarda le spese su sicurezza e difesa.
Passa così la linea del Governo Meloni e dell’Eliseo francese di Macron, per una volta concordi sull’agire rispetto all’area dei “falchi” che insiste sul rigore e l’austerità, ancora una volta e nonostante la crisi in cui siamo: c’è però un’altra ipotesi che intanto corre e che a Palazzo Chigi viene probabilmente vissuta come opzione “diabolica”, ed è quella messa in campo dal Ministro spagnolo Carlos Cuerpo (che ricalca una non vecchissima idea dell’ex Premier Letta). Perché non utilizzare i fondi del MES (il Meccanismo Europeo di Stabilità) per finanziare l’eventuale extra deficit per la difesa Ue? Non è certo l’unica ipotesi ma è quella di cui l’area più rigorista di Bruxelles vede come soluzione idonea perché costringerebbe il Governo italiano a ratificare una riforma approvata a suo tempo dal Governo Conte ma non condivisa dalla nuova maggioranza di Centrodestra, e su cui finora permane il veto unico tra i 27 Paesi Europei. Per il Governo Sanchez spagnolo serve pensare fuori da ogni schema pre-esistente vista l’emergenza, eppure la mossa sul MES sembra “usmare” parecchio di ricatto per chi appunto come l’Italia ha sempre visto più problematiche che vantaggi dall’utilizzare l’ex fondo Salva-Stati.
LE ALTRE PROPOSTE DOPO IL VIA LIBERA ALLA LINEA ITALIA-FRANCIA SUL DIVERSIFICARE DEFICIT DI DIFESA E ALTRE SPESE
In attesa di capire se la “sparata” di Cuerpo rimanga in solitaria o venga presa in carico dai vari Dombrovskis e Von der Leyen, l’Italia ha giudicato comunque positivo l’idea di scorporare le spese sul Patto di Stabilità per iniziare a ragionare su una difesa comune e più fondi per la sicurezza: sia per le richieste di chi fa parte della NATO e sia per un completo ordine mondiale dove le minacce di guerre da anni dimostrano tutta la grave incapacità di prepararsi adeguatamente e per tempo per l’Eurozona.
Da un lato spaventata per i dazi di Trump dall’altro accerchiata dai tanti Governi di Centrodestra che chiedono a Bruxelles di invertire la rotta su sicurezza e difesa, Von der Leyen ha aperto alla possibilità di inserire le spese militari fuori dal Patto di Stabilità e Crescita 2025 e successivi. Svariate le proposte in tal senso, dal MES appunto alla costituzione di un “nuovo” Recovery Fund che possa come durante l’emergenza Covid rappresentare un finanziamento extra deficit per una nuova urgenza come quella sulla sicurezza: Macron e Meloni concordano che possa essere attivata una clausola generale nel Patto che non distingua per nessuno dei 27, mentre i “rigoristi” del Nord-Europa (con la Germania in bilico, dipenderà molto da chi vincerà le prossime Elezioni) puntano sulla possibilità di sforare le spese con una clausola “nazionale”, con dunque ogni Paese che dovrebbe ogni volta negoziare per sé (e con moltiplicarsi di tempistiche e burocrazia, l’esatto opposto del piano Draghi sulla competitività).