Crisi delle munizioni, il primo allarme è stato lanciato nel mese di maggio 2022 ma né l’Unione Europea né la Commissione sono intervenute in tempo. È la denuncia del quotidiano tedesco Die Presse, che ha raccolto la preoccupazione espressa da Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Borrell si è infatti presentato all’inizio del Consiglio Europeo di lunedì scorso con queste parole: “se falliamo su questo punto, l’esito della guerra è in pericolo”, definendo la crisi delle munizioni “la questione più urgente”.



Josep Borrell, nel corso del Consiglio dei Ministri degli Esteri da lui presieduto lunedì scorso, ha fornito le dimensioni della crisi delle munizioni lasciando parlare i dati: “l’artiglieria russa spara circa 50.000 colpi al giorno e l’Ucraina deve essere allo stesso livello di capacità. Ha armi, ma manca di munizioni”. Lo steso Borrell, il 18 maggio, aveva parlato esplicitamente di “drastico declino delle dimensioni complessive delle forze armate, degli equipaggiamenti e delle scorte, ora ulteriormente impoverite dal sostegno all’Ucraina”. Due mesi più tardi, la Commissione Europea ha deciso di sovvenzionare la produzione di materiale bellico e l’ammodernamento dell’arsenale tramite il bilancio dell’Unione Europea.



Crisi delle munizioni, la proposta: “utilizzare Fondo UE per la Pace”

Crisi delle munizioni in Europa e Ucraina, il finanziamento ha come priorità “tutti i tipi di munizioni per il combattimento terrestre, compresi i missili speciali”, come ha dichiarato Borrell in Commissione. Mentre i tratti europei vietano l’acquisto congiunto di armi, è invece consentito cooperare con tre o più Stati membri per ammodernare e incentivare la produzione, entro però una determinata percentuale. Tra il 2022 e il 2024 la Commissione intende mettere a disposizione per questo obiettivo la cifra di 500 milioni di euro, mentre le commissioni parlamentari competenti hanno triplicato l’importo per i negoziati con il Consiglio portandolo a 1,5 miliardi di euro.



In questo contesto si inserisce il termine del mandato dell’attuale Parlamento UE, previsto in aprile. I negoziati potrebbero quindi protrarsi fino a fine giugno, come ipotizza il Die Presse, un orizzonte temporale decisamente lontano considerando che la crisi delle munizioni sta già manifestando i suoi effetti da alcuni mesi. Lo stesso Borrell, presenziando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha auspicato un termine di “poche settimane” e ha esposto la soluzione proposta dal governo estone: organizzare rapidamente quattro miliardi di euro per acquistare per l’acquisto di un milione di munizioni tra cartucce per mitragliatrici e proiettili per carri armati, ricorrendo al Fondo europeo per la pace. Si tratta di un fondo che i 27 Stati membri finanziano bilateralmente e che ha già erogato aiuti militari all’Ucraina per un importo di oltre 3,5 miliardi di euro.