È scontro all’interno dell’Ue per l’Ungheria. La maggior parte dei gruppi politici del Parlamento europeo, secondo quanto riportato da Euractiv, vuole infatti un’indagine sulla decisione della Commissione europea di scongelare i fondi bloccati al Paese per la violazione dello stato di diritto. Ma non è tutto. Tra i deputati, in 120, avrebbero intenzione di appellarsi all’articolo 7 del Trattato, che stabilisce che il Parlamento, con l’approvazione di una maggioranza di due terzi, può chiedere allo Stato membro di rispondere al Consiglio europeo sulla questione e successivamente farlo privare dei suoi diritti e, in particolare, di quello di voto, nel caso in cui risulti essere “lontano dai valori fondanti” del gruppo.
In molti credono che Ursula von der Leyen abbia ceduto al “ricatto” di Budapest pur di ottenere il via libera di Vikton Orban per ulteriori aiuti finanziari all’Ucraina. “Il Parlamento europeo non è d’accordo con questo e contesterà la sua decisione dinanzi alla Corte di giustizia europea”, ha affermato l’eurodeputato di Renew Moritz Körner. L’obiettivo dunque è quello di bloccare lo scongelamento di 10,2 miliardi di euro.
Ue, deputati vogliono togliere il voto all’Ungheria: “Lontana da nostri valori”. La questione
La Commissione in totale attualmente trattiene ancora oltre 20 miliardi di euro (Pnrr e coesione) destinati all’Ungheria e il Parlamento vuole che la situazione resti immutata, ma se ciò non dovesse accadere il rischio è quello di una rottura nelle relazioni tra gli Stati membri dell’Ue. La questione verrà discussa nei prossimi giorni. Le diverse parti però sono ferme nelle loro posizioni e la sensazione è che Ursula von der Leyen ne uscirà destabilizzata.
“Stiamo inviando un forte segnale alla Commissione: se distribuiscono semplicemente miliardi di euro per eludere i veti dell’Ungheria, non la faranno franca. Poiché lo stato di diritto non funziona in Ungheria, il Parlamento europeo sta ora lanciando questa causa contro la Commissione”, ha ribadito l’eurodeputato verde Daniel Freund, uno dei principali negoziatori della risoluzione.