L’Unione europea potrebbe classificare il Corpo delle Guardie Rivoluzionare Islamiche come terroristi in risposta alla repressione dei manifestanti in Iran. Se ciò accadesse, sarebbero vietati i contatti tra i funzionari europei e gli ufficiali delle Guardie rivoluzionarie. Ma soprattutto sarebbe più facile impedire gli spostamenti di queste figure fuori dall’Iran e gestire gli eventuali beni che possiedono all’estero. «Gli ex Guardiani della Rivoluzione che da anni non indossano più l’uniforme e viaggiano in Europa, insieme ai loro figli, sono coloro che mantengono in piedi l’economia iraniana. È proprio questa categoria che sarà interessata da questa misura», ha spiegato un uomo d’affari iraniano, secondo cui questa iniziativa eserciterebbe «soprattutto una pressione psicologica sul regime». Nel Regno Unito esiste già un progetto simile, ma la discussione in corso a Bruxelles mostra la volontà degli Stati europei di aumentare la pressione su Teheran, a quattro mesi dall’inizio della sanguinosa repressione della rivolta scatenata dalla morte in carcere della giovane Mahsa Amini.



«Politicamente è arrivato il momento di essere più duri, dobbiamo sapere come essere fermi senza rompere le relazioni, colpendo un’organizzazione al centro del sistema», riferisce una fonte diplomatica a Le Monde. L’iniziativa di sicuro porterebbe ad un ulteriore deterioramento delle relazioni già tese tra Teheran e le capitali europee. Comunque, ad oggi, l’elenco europeo delle entità terroristiche comprende una ventina di organizzazioni, come Al-Qaeda, l’Isis e il ramo armato libanese di Hezbollah, sostenuto dall’Iran. Il giornale francese riferisce di aver raccolto informazioni in base alle quali diversi Stati, come Germania, Olanda e Repubblica Ceca, stanno spingendo per una iniziativa di questo tipo. Infatti, i loro rappresentanti hanno chiesto il parere dell’ufficio legale del Consiglio europeo per preparare la decisione da sottoporre alla Corte di giustizia europea.



“SAREBBE UNA MOSSA FORTEMENTE SIMBOLICA…”

«Classificare la Guardia Rivoluzionaria come organizzazione terroristica è politicamente importante e ha senso», ha twittato il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock. La Francia, sfavorevole a lungo a questa opzione, ora non si oppone, anzi «sta lavorando con i suoi partner europei su nuove misure sanzionatorie, senza escluderne alcuna a priori», fa sapere il Quai d’Orsay. La questione è delicata per la Francia perché non vuole rompere le relazioni con Teheran in un momento in cui sette cittadini francesi sono detenuti nelle prigioni iraniane. Ma un esperto osserva che «il fatto che il Regno Unito e la Germania si stiano muovendo incoraggia i francesi a muoversi». È improbabile però che le discussioni sulla possibile classificazione delle Guardie Rivoluzionarie come organizzazione terroristica si concludano il 23 gennaio al prossimo Consiglio Affari Esteri di Bruxelles, ma potrebbero concludersi entro la fine di febbraio, secondo Le Monde. «Stiamo lavorando sulle entità, sugli individui e sulla base legale per le nuove sanzioni, la classificazione nella lista dei terroristi è un’opzione, ma non l’unica», ha aggiunto una fonte diplomatica. Il giornale francese riporta anche quanto dichiarato da un funzionario svedese, Paese che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue: «Se i Guardiani della Rivoluzione venissero inseriti nella lista dei terroristi, in questa fase non si aggiungerebbe nulla sulle sanzioni. Sarebbe una mossa fortemente simbolica, con implicazioni legali che devono essere studiate, siamo aperti alla discussione».

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