È evidente che l’Europa di oggi è molto diversa da quella che esisteva prima della pandemia Covid-19. La drammatica crisi sanitaria ha spinto l’Unione a compiere, negli ultimi mesi, scelte fino a poco tempo fa impensabili: la sospensione delle regole del Patto di stabilità; l’approvazione temporanea degli aiuti di Stato; l’energica azione della Bce che si è sostanzialmente comportata come una banca centrale assicurando la sostenibilità dei debiti sovrani; il Sure per l’occupazione; il Mes per le spese sanitarie e, soprattutto infine il Next Generation Eu, che ha rappresentato l’inizio di una nuova politica di bilancio europeo con l’emissione di debito comune sui mercati finanziari.



Eppure tutti ricordiamo che l’accordo del luglio 2020 sul NGEU arrivò alla fine di una profonda spaccatura tra i Paesi europei con i “frugali” da una parte e gli “spendaccioni” dall’altra.

Le grandi differenze, anche dopo quell’accordo, sono rimaste tutte e anche il NGEU è considerato da alcuni paesi come uno strumento “una tantum” in nessun modo replicabile. La breccia apertasi rispetto all’ attuale governance europea sostanzialmente intergovernativa, per andare verso gli Stati Uniti d’Europa rischia di richiudersi velocemente perché in alcuni Paesi membri non c’è la volontà di adeguare le Istituzioni ai nuovi compiti dell’Unione e quindi di ripensare l’Europa anche rivedendo i trattati. La strada da percorrere è ancora lunga e non sarà facile superare le tante difficoltà.



L’occasione per discutere è stata la recente presentazione delle proposte del Cnel sull’Unione europea con, tra gli altri, il sottosegretario agli Affari europei Vincenzo Amendola in vista dell’imminente inizio della “Conferenza sul futuro dell’Europa”. Ci aspettiamo molto, da questa Conferenza, ha detto il Presidente del Cnel Tiziano Treu prima della presentazione delle proposte del Cnel qui sinteticamente riportate:

1) Riforma della Governance europea e semplificazione dei processi decisionali: occorre aprire una fase costituente per superare l’attuale modello di governance (intergovernativo) e passare dal voto all’unanimità al voto a maggioranza qualificata per “tenere la rotta” rispetto a una Unione più integrata e più vicina ai suoi valori fondanti: l’obiettivo è la costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Nessun Paese può obbligare gli altri a entrare nell’Unione politica; parimenti, nessun Paese può ostacolare gli altri dal farlo. Bisogna poi completare l’Unione economica e monetaria (Uem) attraverso una governance politica, economica e fiscale, con la Bce prestatore di ultima istanza: conseguentemente occorre arrivare a una Unione Fiscale e a un bilancio comune con l’istituzione di un ministro del Tesoro Ue.



2) Risorse Comunitarie: aumentare gradualmente le risorse comunitarie al 3% del Pil (dell’Uem) perché per essere efficace nella sua azione l’Unione deve avere una autonoma capacità di bilancio permanente e di livello sovranazionale, cioè indipendente dai trasferimenti nazionali, in quanto alimentata da tasse europee: la possibilità di imposizione fiscale e ridistribuzione delle risorse, permetterà il finanziamento di ulteriori e più coraggiosi progressi nella coesione. Adeguare il Patto di stabilità e crescita alla situazione attuale: se non è possibile la sua totale soppressione occorre comunque una sua profonda correzione invertendo i parametri di riferimento attuali, cioè ponendo la crescita e la salvaguardia dell’occupazione al primo posto, oltre alla revisione dei criteri per la valutazione economica dei Paesi membri. Al riguardo, in vista di una sua sostanziale revisione, il Cnel raccomanda di avviare rapidamente un lavoro rigoroso con la partecipazione delle parti sociali, di esperti e delle istituzioni competenti, per costruire una proposta italiana. La sfida è non ripetere gli errori del passato ma riformare l’esistente, subito.

3) Convergenza politica per una Ue più integrata su materie fondamentali e capace di rispondere con maggior efficacia alle sfide attuali: occorre una revisione delle competenze fra livello nazionale ed europeo e una riforma complessiva del sistema di immigrazione e di asilo. Serve anche un’accelerazione sull’unione dell’energia (compresa la necessità di un nuovo rapporto tra Ue e Unione africana, partner chiave riguardo agli obiettivi climatici ed energetici). L’autonomia geopolitica e il posizionamento dell’Ue nel mondo passa attraverso il rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune (Pesc) e della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc).

4) Applicazione vincolante per i Paesi membri dei principi contenuti nel Pilastro Europeo dei Diritti sociali: Il Cnel ribadisce che il mercato unico e l’integrazione economica devono realizzare una società europea capace di promuovere la coesione e la convergenza, che combatta la disoccupazione e l’esclusione e assicuri diritti, tutele e pari opportunità. Considera inscindibile il binomio benessere economicobenessere sociale e raccomanda che il Peds, a seguito di una precisa volontà politica, possa tradursi in politiche sociali condivise, tali da promuovere equità sociale, combattere ineguaglianze e dumping (sociale, contrattuale, fiscale). Occorre rafforzare l’impegno sul tema della formazione e delle competenze, determinanti per lo sviluppo dell’occupazione, garantire sicurezza delle transizioni professionali e portabilità dei diritti, affrontare le asimmetrie sociali e del lavoro, rendere coerenti le politiche macroeconomiche e promuovere la partecipazione delle parti sociali.

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