Nella giornata di domani entrerà ufficialmente in azione negli stati UE il Digital service act (anche detto DSA) per le sole grandi piattaforme, che sarà poi esteso in una seconda fase a tutti gli altri siti raggiungibili dal territorio europeo. Si tratta di un testo fine a riconoscere come illegale online tutto ciò che lo è considerato anche “offline”, tutelando gli utenti dai contenuti dannosi o che incitano all’odio, limitando anche la vendita di prodotti illeciti. Tuttavia, la legge che verrà applicata in UE, secondo il quotidiano La Verità, nasconderebbe il chiaro intento di censurare tutto ciò che non rientra all’interno di “paletti politici travestiti come istituzionali“.
Le critiche della Verità alla legge UE sui contenuti digitali
“Non sarà vero ciò che corrisponde alla realtà”, commenta il quotidiano parlando del DSA dell’UE, “bensì ciò che alcuni enti sovranazionali stabiliranno che lo sia”. In altre parole, quello che danneggerà la verità politicamente decisa sarà impunemente censurato, facendo leva su due vuoti giuridici. “Non saranno persone in carne ed ossa” a rimuovere i contenuti ma gli algoritmi, spiega la giornalista del quotidiano, e “non è stato chiarito con quale criterio alcune notizie saranno definite attendibili e altre no”.
A definire tali regole, spiega ancora, sarà un nuovo Comitato UE per i servizi digitali, che essendo “presieduto dalla Commissione europea, che è organo politico” non potrà essere super partes per definizione. Altra grande criticità del testo è che “non c’è in nessun articolo la definizione di fonte attendibile” con l’esito che lo sarà solamente “quella stabilita dalla Commissione, con buona pace della libertà di espressione”. Fulcro della legge UE saranno le situazioni di crisi, per le quali i governi potranno chiedere “l’aumento delle risorse destinate alla moderazione dei contenuti, attraverso così definiti “segnalatori attendibili“, che dispongono di non meglio precisate “competenze particolari” per limitare la diffusione di contenuti. Infine, per che contravverrà alla nuova legge, sono previste due sanzioni. La prima, per gli utenti, che consisterà in un primo richiamo e, poi, in una sospensione dalla navigazione; la seconda, per le aziende che diffondono contenuti, che “subiranno la riduzione degli incentivi finanziari, affinché non beneficino di introiti pubblicitari”.