Negli ultimi giorni, con il dilagarsi dei casi a causa delle nuove varianti di covid, è tornato pregnante il problema della chiusura delle frontiere. A riguardo la posizione dell’Unione Europea sembrerebbe abbastanza chiara, e lo si capisce dalle parole di Ylva Johansson, commissaria agli Affari interni. Parlando a margine della riunione informale dei ministri dell’Ue, ha spiegato che, per contenere la diffusione del contagio, “si dovrebbero evitare viaggi non essenziali, ma penso che non dovremmo prendere misure troppo drastiche”.
Le frontiere restano quindi aperte in Ue, nonostante alcune nazioni starebbero spingendo per chiuderle, a cominciare dalla Germania, che vorrebbe vietare i voli in suolo tedesco provenienti da Regno Unito, Brasile, Sud Africa, e Portogallo, le nazioni al momento considerate più a rischio a causa dell’alta circolazione di variante inglese, sudafricana e brasiliana. “Le restrizioni ai viaggi – ha proseguito Ylva Johansson – non devono ostacolare la ripresa economica e un sistema sanitario ben funzionante. Ci vuole un approccio equilibrato”.
FRONTIERE UE RESTANO APERTE, E IN UNGHERIA FRONTEX SOSPENDE GLI INTERVENTI
E a proposito di frontiere, Frontex, l’agenzia di controllo delle frontiere dell’UE, ha sospeso tutte le operazioni in Ungheria, dopo che il governo di Budapest è stato condannato dalla Corte di giustizia europea, venuta meno agli obblighi in materia di immigrazione. “Di recente – ha commentato ancora la Johansson, intervistata da Euronews – abbiamo avuto una sentenza della Corte di giustizia europea che ha affermato che ciò che l’Ungheria sta facendo non è in linea con la legge europea. Ed è per questo che penso che sia la decisione giusta per Frontex sospendere il proprio sostegno al confine ungherese”. Il commissario ha aggiunto e concluso: “Accolgo con favore questa decisione della Corte di giustizia europea e mi aspetto che l’Ungheria si attenga a questa sentenza. È della massima importanza che tutti gli Stati membri concedano effettivamente il diritto di richiedere asilo per le persone che ne hanno bisogno. Se poi non hanno il diritto di asilo dovrebbero essere rimpatriate. Ma tutti hanno il diritto di fare domanda”. Gli agenti ungheresi alla frontiera, a dicembre dello scorso anno, avevano spinto illegalmente in Serbia i migranti trovati senza autorizzazione, violando quindi le norme Ue che obbligano gli Stati Membri a valutare domande di asilo.