L’obiettivo è quello di arrivare a un cessate il fuoco ed evitare altri civili morti, ma la tensione in Medio Oriente non è mai stata così alta. L’Ue vuole fare la sua parte e in una dichiarazione congiunta dei 27 Stati membri ha chiesto pause immediate immediate. Ieri è stato inoltre messo sul tavolo un piano per quanto la guerra sarà terminata. E ancora, riporta il Corriere della Sera, domani inizierà una missione in Israele, con Palestina, Bahrein, Arabia Saudita, Qatar e Giordania per discutere di “assistenza” e aprire un dialogo che porti alla “soluzione dei due Stati”.
Ue, il piano per il dopoguerra: “No a rioccupazione di Gaza”
Come ricostruito dal Corriere, sul tavolo dei ministri ieri c’era anche un documento firmato da Italia, Francia e Germania con l’obiettivo di isolare Hamas e “impedirle di nuocere, ridurle i finanziamenti e impedire che ci sia un’impennata di antisemitismo in Europa e nel mondo”, la conferma del ministro Antonio Tajani. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha bacchettato l’Ue per essere stata troppo assente, delegando eccessivamente agli Stati Uniti: “Ora dobbiamo impegnarci di più, perché se non troviamo una soluzione ci sarà un ciclo di violenza che si perpetuerà di generazione in generazione”. Il piano prevede tre sì e tre no, così Borrell: “No a spostamenti forzati della popolazione palestinese da Gaza, non ci possono essere espulsioni verso altri Paesi; nessuna riduzione del territorio, non ci può essere la rioccupazione di Gaza da parte di Israele; la questione della Striscia di Gaza va vista come parte integrante della questione palestinese nel suo compless”. E ancora: “Una Autorità Palestinese: ho detto una Autorità non l’Autorità Palestinese. I suoi termini di riferimento e la sua legittimità dovranno essere decisi e definiti dal Consiglio di Sicurezza”.