Come già ieri per tutta la giornata e nuovamente oggi in apertura dei mercati, lo spread tra Btp e Bund cala vertiginosamente a seguito della procedura d’infrazione evitata dall’Italia a seguito del giudizio della Commissione Europea. Cala fino a 194 come minimo (ora si trova attorno al 200-201), una virata che dà sicuramente ossigeno ai conti e titoli italiani ma che non allontana del tutto la “minaccia” di risalita laddove vi siano altri intoppi nelle prossime settimane: Governo dopo l’estate dovrà fare i conti con le aspirazioni politiche di Lega e M5s, a partire dalla riduzione delle tasse ma non solo. Se però non si troverà la quadra all’interno della maggioranza e dunque si avvicineranno gli spettri di elezioni anticipate o di Governo tecnico, lo spread e l’intera economia potrebbe tornare a farsi pressante, a dimostrazione del fatto che non è esattamente vero l’assioma spread-economia. C’è tanta politica che incide, come dimostrano questi giorni schizofrenici pre e post procedura d’infrazione evitata. «Sulla trattativa “rispetto a dicembre del 2018, stavolta il negoziato è avvenuto su basi diverse. Non si trattava di convincere la Commissione sull’efficacia e sulla sostenibilità della nostra manovra», spiega il Premier Conte al Corriere della Sera questa mattina, e aggiunge «sono soddisfatto del risultato, perché abbiamo tutelato l’interesse degli italiani. Numeri alla mano, non c’erano i presupposti per aprire la procedura. È vero, è stato difficile. Ma abbiamo certificato ottimi risultati su entrate fiscali, lotta all’evasione e risparmi di spesa»



SALVINI “ORA LA FLAT TAX”

«L’Unione Europea premia la nostra serietà, l’Italia è un Paese credibile», sono le prime parole del Premier Giuseppe Conte dopo che la Commissione Ue, con una conferenza stampa ufficiale, ha deciso di interrompere la procedura d’infrazione per debito eccessivo contro il nostro Paese. A seguito delle parole di Pierre Moscovici – che ha ribadito come «Avviare una procedura non è mai stato nelle intenzioni di questa commissione, né mia intenzione. Obiettivo del Patto non è punire nessuno ma richiedere ai paesi politiche di bilancio solide e sane» – è intervenuto dal Transatlantico in Parlamento il Ministro dell’Interno Salvini spiegando come la frenata sulle sanzioni ai conti pubblici italiani sono un’ottima notizia quasi “scontata”: «Ne ero certo, bene. Adesso proporrò al governo di accelerare sulla manovra per l’anno prossimo. Con la flat tax, ovviamente, che resta in campo, senza dubbio». Per il Ministro Tria, responsabile dei tagli necessari davanti ai quali l’Unione Europea si fida per la prossima Manovra di Bilancio, «Non è stato facile trovare l’intesa con Bruxelles. Ma ci siamo riusciti grazie a un grosso sforzo che, come ho più volte ripetuto nelle ultime settimane, non ha richiesto una manovra correttiva ma ci ha comunque evitato la procedura di infrazione per debito eccessivo. Oggi è una bella giornata per l’Italia».



COMMISSIONE UE “NO PROCEDURA D’INFRAZIONE ALL’ITALIA

Già gli sherpa questa mattina avevano consigliato alla Commissione Europea di non aprire la procedura d’infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo, ma ora arriva anche la conferma ufficiale del Commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici in una breve conferenza stampa da Bruxelles. «L’Italia rispetterà le regole del Patto di Stabilità: i conti sono tornati nei vincoli grazie alle nostre cifre e grazie allo sforzo di tutto il Governo italiano nel metter mano ai conti in modo da correggere le stime iniziali» ha spiegato Moscovici al termine di un lungo negoziato con l’Italia a fronte dei tagli promesse dal Governo nel nuovo dl assestamento di bilancio. «Avevamo posto tre condizioni: dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni e quindi la procedura per debito non è più giustificata», spiega ancora il Commissario Ue. L’Italia tramite il proprio Governo ha preso l’impegno lo scorso lunedì di rispettare il Patto di Stabilità facendo «aggiustamento strutturale significativo nel 2020, con una lettera firmata da Conte e Tria, anche se i dettagli arriveranno in ottobre con il progetto di legge di bilancio». È poi ancora un soddisfatto Moscovici a concludere la conferenza attesa da tempo a Palazzo Chigi «finalmente tramite il dialogo si è raggiunto un livello di comprensione sufficiente e stabile tanto da evitare la procedura d’infrazione. Buona notizia per l’Eurozona, buona notizia per l’Italia e buona notizia per le regole che vanno rispettate, sempre».



NO PROCEDURA: SI VA VERSO RINVIO?

Si riunisce oggi il Collegio dei Commissari Ue per decretare la parola fine, in entrambe le accezioni, sulla procedura d’infrazione all’Italia: da diverse fonti a Bruxelles si registra un moderato ma consistente ottimassimo sulla chiusura senza sanzioni eccessive per l’economia italiana dopo la presentazione delle misure taglia-deficit dopo il Cdm di lunedì scorso. Restano due punti da dover risolvere per Tria e Conte: gli interventi per il 2019 e l’assenza, o quasi, di impegni per il 2020. Come spiega l’Ansa, la Commissione Ue con Dombrovskis e Moscovici avrebbe voluto una forte presa di posizione sul calo del debito e sulle misure alternative all’aumento dell’Iva ma nel decreto di assestamento bilancio e nel progetto lanciato dal Governo italiano non vi sarebbero le dovute rassicurazioni. Per questo motivo i commissari proveranno a farsi promettere dall’Italia diverse decisioni univoche nella prossima Manovra, non decretando la piena risoluzione del nodo procedura sui conti pubblici rimandando dunque l’adeguamento del Governo ai cardini Ue di qualche mese. Al momento, come spiega l’Ansa, il Governo dovrà convincere soprattutto l’ala più oltranzista della “vecchia” Commissione, in particolare modo Dombrovskis, il finlandese Katainen, il tedesco Oettinger, la danese Vestager e la svedese Malmstroem.

CONTE ESULTA “SIAMO IN LINEA CON I VINCOLI UE”

«Possiamo inviare i nostri documenti ufficiali in Europa mettendo sul piatto oltre 7 miliardi che sono quelli che ci permettono di poter dire che siamo in linea con le previsioni che avevamo anticipato: il famoso 2,04% del 2019, siamo perfettamente in linea», così ha spiegato il Premier Conte arrivando a Bruxelles per la riunione del Consiglio Ue sul fronte nomine. Lo spread, dopo l’annuncio di possibile accordo Ue-Italia sul fronte della procedura d’infrazione e dei conti pubblici, è calato ai minimi degli ultimi mesi (222) e qualche abbozzato sorriso si vede anche nel Presidente del Consiglio: «La cosa più bella da comunicare ai cittadini italiani è che noi non stiamo tagliando delle spese sociali o altro, semplicemente sono maggiori entrate, maggiori ricavi, poi per alcuni appostamenti avevamo fatto stime prudenziali e ci sono dei risparmi di spesa. In sostanza mettiamo sul piatto semplicemente un aggiornamento della nostra contabilità, al cittadino italiano da questo aggiustamento di ieri non deriva nessun pregiudizio». Le opposizioni attaccano il Governo affermando che il piano di Tria messo nero su bianco nel decreto Assestamento Bilancio in realtà sarebbe una sorta di manovra correttiva: Salvini e Di Maio nicchiano e puntano su rilancio dell’economia nella prossima Manovra di Bilancio. Sta di fatto che al momento, salvo dietrofront clamorosi, le prossime ore potrebbero vedersi risolto il negoziato tra Bruxelles e Roma con esito positivo. Domani arriverà ufficialmente il pronunciamento della Commissione Ue, non appena le riunioni sulle nomine saranno ultimate nella giornata di oggi.

VERSO L’ACCORDO TRA UE E ITALIA

Forse la luce (verde) in fondo al tunnel si intravede per l’Italia: stando a fonti dell’Ansa a Bruxelles, la Commissione Ue si avvia a chiudere con esito positivo il negoziato con l’Italia sui conti pubblici arrivando dunque ad evitare la procedura d’infrazione per deficit eccessivo. In merito a quanto giunge da Bruxelles, mentre intanto sono ancora in corso le trattative ben più complicate sulle nomine Ue, «il pacchetto presentato ieri dal Governo italiano ha aiutato molto la trattativa, orientandola verso un chiusura positiva». Dopo il Consiglio dei Ministri ieri sera, il Governo italiano ha approvato il decreto sull’assestamento al bilancio dei conti pubblici che già conteneva sostanzialmente le indicazioni da inviare poi all’Unione Europea per prevenire la procedura e rilanciare un piano di “rientro dal debito”. Ebbene, pare che lo sforzo di Tria e Conte – assieme ai tecnici del Mef, Lega e M5s – sia stato compreso e accettato dal board Ue: i capi di gabinetto dei Commissari Europei si riuniranno questa sera e il Collegio invece si terrà domani alle 12.30 a Bruxelles, ma pare vi siano ottime prospettive per superare l’incubo della sanzione potenzialmente letale per l’economia italiana.

PROCEDURA D’INFRAZIONE EVITATA?

«I commissari discuteranno dei conti italiani a partire da una situazione corretta per il 2019, anche se – a quanto si apprende – mancano ancora rassicurazioni sul 2020», spiegano ancora le fonti dell’Ansa in Commissione Ue dopo che stamani il Premier Conte aveva annunciato arrivando a Bruxelles «La giornata di ieri mi dà molta fiducia sulle politiche del mio governo e mi rende ottimista sulla strada che abbiamo intrapreso. I dati certificano la grande solidità della nostra economia, dei nostri fondamentali. I conti pubblici migliorano, il deficit è in calo, aumentano le entrate, diminuisce la disoccupazione. Anche la curva dello spread sembra affrontare un’importante fase di calo. Notizie che a volte sui media non trovano lo spazio che meritano». Sarebbe dunque respinta la “fatwa” lanciata da Oettinger ieri sulla procedura d’infrazione, in attesa di capire se effettivamente Moscovici e Dombrovskis accetteranno il piano di tagli offerto da Tria: Patto di stabilità, coperture sul debito e soprattutto l’aggiustamento strutturale dei conti a 0,3 punti percentuali e infine un taglio dell’indebitamento netto di 7,6 miliardi. Per farlo il Governo avrebbe deciso di congelare da subito un miliardo e mezzo dai due fondi per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, destinando poi tutti i risparmi da qui a fine anno sulle due misure-bandiera al «miglioramento dei saldi di finanza pubblica». Il decreto blocca spesa, l’assestamento al bilancio e la finanza pubblica che segua il Patto di Stabilità avrebbero fatto propendere, assieme all’assicurazione ieri del Presidente della Repubblica Mattarella, ad un via libera all’Italia senza più procedura d’infrazione: le prossime ore ci diranno se la linea lanciata verrà mantenuta e se le buone notizie saranno effettivamente tali per l’economia italiana.