Prosegue a Bruxelles il braccio di ferro per ottenere il testo degli contratti con le case farmaceutiche senza omissis e i messaggi tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. Una battaglia di trasparenza, che peraltro è uno dei principi fondamentali dell’Ue. Infatti, pochi giorni fa l’Europarlamento avrebbe potuto votare una risoluzione per incaricare il difensore civico di insistere con la Commissione per la pubblicazione senza omissis dei testi degli accordi per le forniture di vaccini anti Covid e la divulgazione di chat e sms tramite cui la leader dell’esecutivo europeo avrebbe condotto una parte dei negoziati con la multinazionale. Ma la proposta è stata bocciata. Lo riporta La Verità, evidenziando come alla fine in Europa se la siano cavati con una tirata d’orecchi a von der Leyen e una pacca sulla spalla al mediatore europeo Emily O’Reilly, che è a caccia della verità da due anni.
Le intenzioni della presidente della Commissione Ue potevano essere specchiate, del resto si trattava di velocizzare le procedure, mentre il Regno Unito vaccinava a raffica sperando di allentare prima le restrizioni. Ma il modus operandi di Ursula von der Leyen è stato irrituale, avendo trattato sull’uso di fondi pubblici col Ceo di una casa farmaceutica usando un servizio di messaggistica privato, per poi dichiarare che non c’era più traccia delle conversazioni e che comunque non aveva l’obbligo di conservarle, non essendo documenti ufficiali.
BOCCIATE PROPOSTE PER PRESSING SULLA COMMISSIONE UE
Alla fine, il Parlamento europeo nella sua risoluzione finale ha elogiato l’inchiesta, esprimendo preoccupazione per l’approccio della Commissione, definito «mala amministrazione», insistendo che i messaggi con Burla avevano i crismi dei documenti. Però, è stato bocciato l’emendamento proposto dal gruppo dei conservatori (Ecr), che menzionava il muro della Commissione su documenti e messaggi e denunciava «gli abusi senza precedenti» da parte dell’esecutivo. Come evidenziato da La Verità, Ppe, macroniani e socialisti hanno scelto di blindare la versione edulcorata del paragrafo.
Affossato anche l’emendamento per fare ulteriori pressioni sulla Commissione per convincerla a pubblicare subito i contratti sull’acquisto dei vaccini anti Covid senza espunzioni. Per quanto riguarda i partiti italiani, anche Forza Italia, Pd, Italia Viva e Azione non hanno ritenuto necessario fare chiarezza sul mistero dei contratti. Stesso destino per l’emendamento sulle denunce contro obblighi e divieti imposti durante la pandemia Covid in vari Stati e quello sul diniego della Commissione all’accesso a tre documenti che potevano far luce sulla partita delle mascherine di dubbia qualità.