Il filosofo, saggista, politico ed opinionista Massimo Cacciari ha pubblicato una riflessione sulle pagine della Stampa, nella quale ha ragionato sulla posizione che l’UE sta assumendo nei confronti della politica globale, rispetto a quella che potrebbe, e dovrebbe, meritarsi. Le Elezioni europee di quest’anno, infatti, si terranno con “partiti e coalizioni sfaldate” mentre le “correnti nazionaliste-sovraniste” sono sempre più popolari, con il rischio di mettere “oggettivamente in crisi gli equilibri che hanno retto finora”.



Le carte con cui ci apprestiamo ad affrontare il 2024, sottolinea Cacciari, lasciano presagire “un salto d’epoca” mentre nessuna forza politica europea sembra chiedersi veramente qualche dovrà essere il futuro ruolo dell’Europa “sul piano globale”. Lo scopo primario, nonché di “vitale interesse” per l’Europa, infatti, dovrebbe essere quello di “contrastare ogni velleità egemonica, [puntando] a un equilibrio globale policentrico e a costituire il tavolo della mediazione e del dialogo”, perché secondo Cacciari l’UE “non può difendere il proprio ‘stato sociale’ [se non] in condizioni di libero scambio, di interconnessione a 360 gradi”. Questo, secondo il filosofo, “non significa affatto mettere in discussione alleanze storiche, ma anzi volerle assicurare, agire per il loro rafforzamento nell’età nuova che si apre”, riscoprendo quella centralità geopolitica propria dell’Europa prima dello scoppio della Grande guerra, che sancì l’egemonia americana, rafforzatasi ulteriormente dopo la caduta dell’Urss.



Cacciari: “O l’UE lavora per risolvere le guerre, o non potrà salvare il suo Welfare”

Secondo Cacciari, insomma, per l’UE è ora di pensare alla sua politica estera, perché allo stato attuale “nessuna delle forze politiche ci informa su quale posizione intenderà assumere nei confronti dei paesi Brics”, che rappresentano “il 47% della popolazione e il 36% del Pil del pianeta”. E non vanno dimenticate, in questo contesto, “le evidenti difficoltà, culturali e istituzionali, dell’America” dove è sempre più probabile la vittoria di Trump in uno scontro “tra due maschi in età senile, quale mai si è visto in una competizione democratica”, che secondo Cacciari è per antonomasia il “simbolo di decadenza”.



L’UE, mentre il pianeta declina e, soprattutto, l’America sembra perdere di attrattiva e forza politica, oltre che economica, “dovrebbe produrre un contraccolpo“. Si apre, per il pianeta, tra elezioni europee ed americane, “un bivio” al quale “o le democrazie dell’Occidente si mostreranno capaci di guidare a nuovi patti tra i grandi spazi politici del globo e operare concretamente per la soluzione delle guerre in atto, oppure”, sancisce perentorio Cacciari, “potranno alla fine reggere alla propria crisi e alle proprie interne contraddizioni soltanto istituzionalizzando politiche di emergenza”. Quest’ultimo, infatti, sarà l’unico modo per “far passare nei nostri sistemi sociali il progressivo svuotamento delle politiche di Welfare, l’impoverimento di interi settori di ceto medio, il mix di aumento di spesa militare e riduzione di spesa sanitaria”.