Una centrale unica d’acquisto per i farmaci anti-Covid: sul modello di quanto accaduto con i vaccini, dov’è stata la Commissione Europea ad occuparsi di firmare i contratti per tutti i Paesi UE. Prende forma il “piano segreto” dell’Unione Europea, sempre più decisa a dar vita ad un “europeismo sanitario” che dovrebbe essere attivo sul fronte della cura dell’infezione subito dopo l’estate. Come riportato da La Repubblica, l’idea, una volta che Palazzo Berlaymont avrà firmato i contratti, è quella di ripartire percentualmente i farmaci tra i Paesi dell’Unione. In questo modo si eviterebbe la competizione tra Stati a svantaggio di quello meno ricchi, e allo stesso tempo si eviterebbe che Big Pharma possa giocare al tavolo delle trattative, anche considerando che questi farmaci, alcuni dei quali in fase sperimentale, hanno prezzi molto elevati.
UE, PIANO SEGRETO PER I FARMACI ANTI-COVID
Un dato per tutti: i monoclonali, fino a due mesi fa, avevano un prezzo che oscillava tra i mille e duemila euro per ogni dose. Una cifra che nessun sistema sanitario può pensare di sostenere, soprattutto su larga scala. Nell’ottica di questo Piano “segreto”, la stessa Commissione ha stanziato poche settimane fa 90 milioni di euro per accelerare la ricerca e la commercializzazione di tre farmaci monoclonali “Made in Eu”: entro il prossimo mese verranno selezionati 5 prodotti: un’ulteriore scrematura porterà in seguito a scegliere i tre più efficaci da produrre e distribuire fin dal prossimo ottobre. Almeno tre gli obiettivi che animano questo progetto europeo: il primo è quello di ottenere una maggiore autosufficienza per il Vecchio Continente; il secondo è quello, un giorno, di destinare ai Paesi del Terzo Mondo una quota dei farmaci anti-Covid; il terzo è prettamente politico: i sotenitori dell’europeismo sanitario sono convinti che un successo comunitario contro la pandemia sgonfierebbe definitivamente le ruote dei sovranisti. Prima, però, bisogna vincere.