Cresce l’allarme nell’Unione Europea per la crisi dell’industria degli Stati membri, ed è per questo che sono molti gli Stati che stanno chiedendo l’istituzione di un Fondo comune europeo per le imprese, e nel contempo, un ulteriore allentamento delle regole per quanto riguarda gli aiuti di Stato. Margarethe Vestager, politica danese, ha chiesto di estendere gli aiuti «a tutte le tecnologie per le energie rinnovabili», introducendo anche delle agevolazioni fiscali per le imprese che investono nel «green» in Europa e non in altri continenti.
La risposta è attesa entro il prossimo 25 gennaio, dopodichè toccherà alla Commissione mettere sul tavolo una proposta ufficiale che sarà poi discussa a inizio febbraio. In ogni caso, come sottolinea La Stampa, sono numerosi gli aspetti che richiedono «una forte risposta europea» a livello di imprese, come ad esempio «gli elevati prezzi dell’energia», «la necessità di dare un’adeguata formazione professionale ai lavoratori» e soprattutto il piano Usa anti-inflazione «che rischia di attirare gli investimenti delle imprese Ue negli Stati Uniti», e le misure potrebbero essere anche «protezionistiche».
UE, FONDO EUROPEO PER LE IMPRESE: L’APERTURA DELLA VON DER LEYEN MA…
Sulla vicenda si è espressa anche Ursula von der Leyen, che ha confermato l’intenzione di istituire un nuovo fondo europeo ma non è chiaro quale sarà la “potenza di fuoco” dello stesso strumento, ne tanto meno vi sono dettagli su come lo stesso potrà essere eventualmente finanziato, se sotto forma di nuovo debito o se si preferirà utilizzare fondi già esistenti. In ogni caso sulla questione non sembra esservi comunione d’intenti all’interno della stessa Ue, visto che da una parte vi sono Italia e Francia, oltre ad altri Paesi del Sud, che spingono, mentre dall’altra i soliti Paesi nordici resistenti.
Il vero ago della bilancia, come già successo in passato, sarà la Germania, al momento divisa. Del resto, dall’inizio della guerra in Ucraina e da quando la Commissione ha allentato le maglie per gli aiuti di Stato, chi ne ha giovato di più è stata la Germania, ottenendo il 53% del totale dei 672 miliardi di euro messi a disposizione delle imprese, con un solo quarto dalla Francia e l’Italia a ferma 50 miliardi.