In discussione in questi giorni in sede della Commissione UE c’è un testo chiamato “Media freedom act”, traducibile in “Legge per la libertà dei media“. Presentato lo scorso settembre dalla vice della Commissione Vera Jourova e dal commissario per il Mercato interno Thierry Breton, il testo propone (o forse proponeva) di rafforzare l’indipendenza editoriale delle redazioni, evitando la concentrazione dei media e introducendo garanzie per impedire l’uso di software spia contro i giornalisti.
Quest’ultimo punto della legge UE sulla libertà dei media era apparto, in prima istanza, come quasi rivoluzionario, ventilando la possibilità di chiudere con qualche accusa lo scandalo dell’uso dello spyware Pegasus. Questo, infatti, da parecchi mesi è al centro della cronaca in Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Lussemburgo e Grecia, dove è stato ampiamente usato contro giornalisti ed editori (oltre che politici) per risalire alle loro fonti. Tuttavia, sembra che in sede di discussione del testo UE sulla libertà dei media, l’articolo sugli spyware abbia ottenuto un nuovo emendamento che ne permette l’uso da parte degli stati europei “per la salvaguardia della sicurezza nazionale“.
I rischi della legge UE sulla libertà dei media
Insomma, da un lato la legge UE sulla libertà dei media fa degli importantissimi passi avanti per la salvaguardia della libertà di stampa, ma di contro sono sempre più le associazioni ed ONG che lamentano il fatto che l’articolo 4 (sui software spia) sia lesivo di quella stessa libertà che si vorrebbe, invece, garantire. In una lettera firmata da 60 ONG europee di giornalisti, per esempio, si riporta come il testo “pone seri rischi alla libertà di stampa, alla libertà di espressione e alla protezione dei giornalisti”.
Renate Schroeder della Federazione europea dei giornalisti, tra i firmatari, parlando delle legge UE sulla libertà dei media ha sottolineato che “la bozza non era perfetta, ma dopo gli ultimi negoziati è stata ulteriormente indebolita” sostenendo che il se il testo venisse approvato in questo modo, “legalizzerà l’uso di spyware contro i giornalisti”. Nella lettera delle ONG, invece, si sottolinea anche come la nuova possibile legge UE sulla libertà dei media, “con questo testo, indebolisce le garanzie contro l’impiego di software spia e ne incoraggia fortemente l’uso sulla sola base del potere discrezionale degli Stati membri“.