L’Ue ci spiega come riconoscere i bambini. Che possono essere figli anche di persone dello stesso sesso, senza specificare come. Comprati? Costruiti in laboratorio? Non è dato saperlo e di questo la Ue non si interessa. Colpevolmente, perché si dica con chiarezza: sì, è lecito farsi i figli o comprarli in qualunque Paese del mondo, sempre meno, grazie al Cielo. Ma tutti i Paesi dell’Ue devono riconoscere queste famiglie, senza che sussista alcun disagio per le coppie “transfrontaliere”. Nell’interesse supremo dei bambini. Perché è nell’interesse supremo dei bambini che i bambini possano ritrovarsi con due o più mamme o papà, non sapere mai di chi sono geneticamente figli, nonostante la scienza e gli studi sempre più necessari sul dna. Dopodiché, certo che i bambini devono avere una volta nati gli stessi diritti. Ci mancherebbe, povere creature incolpevoli.
Sconcerta la concezione dei figli come un diritto dei cosiddetti genitori. Sconvolge che l’Ue consideri diritto ogni desiderio umano, anche se innaturale o eticamente sbagliato. Stupisce e con dolore che questo giudizio “eticamente sbagliato” non sia possibile esprimerlo, non nell’Europa delle radici cristiane, ma di quelle illuministe che innalzano a suprema autorità la ragione e la libertà di coscienza che ne dovrebbe derivare.
Immagino che l’Ue porrà sanzioni ricattatorie verso chiunque osi eccepire, e pene severe per chi abbia diversi pensieri. A quando il riconoscimento ufficiale delle famiglie poligamiche (non è scritto, per ora, ma solo perché si elude il tema), quelle in cui le donne sono schiave e soggette al nascondimento? Sono famiglie anch’esse. E con quale cuore si potranno togliere alla potestà genitoriale figli di famiglie colpevoli di gravi reati.
Temo che la proposta di regolamento sia stata pensata ancora e sempre soltanto per favorire le coppie omosessuali (ed è la prima volta che l’Ue interviene direttamente su temi che riguardano l’antropologia, l’etica e la fede). Delle donne utilizzate come materiale biologico per generare, del seme maschile usato e comprato per lo stesso fine non ci si occupa. Ci tagliamo una ciocca di capelli per le ragazze di Teheran e la coscienza è a posto. Penso al sogno di Giovanni Paolo II, a Edith Stein che dell’Europa lui ha elevato a protettrice. Penso poi alla signora von der Leyen che pontifica da un palco dorato della Scala (8 al suo dress code, ci dice la libera stampa), al suo essere considerata la più potente donna del mondo, che oggi ha caldeggiato la protezione dei pony dopo che il suo preferito è stato ucciso da un lupo. Vorrei chiederle perché consideri la tutela dei bambini di minor interesse. Vorrei sommessamente dirle che, nella sua Europa dei diritti assolutizzati, vorrei fosse tutelata anche la libertà di rifiutare questa idea di Europa, e la possibilità di battermi con ogni mezzo per cambiarla. A partire dalla sua Presidente.
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