L’Europa deve ristabilire la sua sovranità migratoria, anziché essere un El Dorado per i giovani africani. Questa la tesi di Renaud Girard, giornalista e scrittore francese, esperto di Medio Oriente, geopolitica e relazioni internazionali. Sulle colonne del giornale francese Le Figaro è entrato nel merito dello scontro tra Francia e Italia sul tema migranti, ma senza schierarsi o prendere posizione, anche perché il problema risiede nell’Unione europea. A proposito dell’ingresso in Francia dei migranti portati dalla nave della Ong norvegese Ocean Viking, ha scritto: “Queste persone non hanno ritenuto opportuno rispettare la legislazione francese e richiedere un visto alla rete dei consolati francesi in Africa“.



A proposito di chi parte dall’Africa, Renaud Girard ha spiegato che “non sono in genere ai gradini più bassi della scala sociale dei loro Paesi, perché sono riusciti a raccogliere le ingenti somme di denaro necessarie per la loro partenza richieste dai contrabbandieri“. La loro partenza è per lo scrittore “una tragedia per il futuro dell’Africa che questi giovani, per lo più pieni di risorse e intraprendenti, abbiano rinunciato a sviluppare il continente dei loro antenati. Sono la linfa vitale delle loro nazioni eppure se ne vanno. Privano l’Africa delle loro braccia e dei loro cervelli per un’Europa che fondamentalmente non ne ha bisogno“.



“MIGRANTI? A RISCHIO SOPRAVVIVENZA UE”

Secondo Renaud Girard queste migrazioni massicce impoveriscono i loro Paesi e danneggiano quelli di arrivo, perché “rompono la coesione nazionale“. Ad arricchirsi sono solo le reti dei trafficanti di esseri umani, contro cui l’Europa non fa nulla. “È sorprendente constatare l’incapacità dell’Unione Europea di recuperare la sua la sua sovranità migratoria. È come se gli europei avessero paura di dire chiaramente chi ha il diritto e chi non ha il diritto di venire a stabilirsi sul loro territorio“, scrive il giornalista e scrittore a Le Figaro. La sua tesi è che l’Europa abbia rinunciato a far rispettare le leggi sull’immigrazione, eppure la questione è vitale, anche perché il continente africano sta attraversando una fase di esplosione demografica senza precedenti. “Come disse Michel Rocard nel 1989, l’Europa non può accogliere tutta la miseria del mondo. Non ha i mezzi finanziari, sociali, politici o culturali per farlo. Se domani l’UE sarà sommersa migranti con modelli culturali diversi, il suo tessuto sociale non sarà in grado di sopportare e gli Stati membri prenderanno strade diverse“. Renaud Girard cita anche lo scontro del 2015 tra Francia e Polonia per l’immigrazione selettiva di quest’ultima. Il governo di Varsavia dichiarò che avrebbe accolto solo rifugiati cristiani, replicando alle critiche di Parigi che i musulmani in Francia non avevano mostrato di accettare il modello culturale locale. “D’altra parte, la Polonia ha scelto di accogliere milioni di profughi ucraini nel suo paese, perché è una sa che sono culturalmente vicini e non creeranno mai problemi“.



“COSA ASPETTA UE AD AFFRONTARE PROBLEMA?”

Dunque, per Renaud Girard è urgente che l’Unione europea ristabilisca la propria sovranità migratoriaper la sua sopravvivenza“, anche alla luce del fatto che la migrazione non potrà che aumentare. “Cosa aspettano gli europei ad affrontare di petto questo problema?“, incalza il giornalista e scrittore francese, secondo cui l’Europa dovrebbe cercare un accordo con le autorità libiche affinché la marina francese e italiana possa intervenire nelle sue acque contro i trafficanti di esseri umani. “Gli Stati africani che controllano seriamente le loro frontiere dovrebbero essere massicciamente aiutati dall’UE, su progetti concreti di irrigazione, elettrificazione, trasformazione delle materie prime“. La lotta al traffico di esseri umani deve essere quindi abbinata ad un rafforzamento degli investimenti. “Ma non nel senso di un insediamento africano anarchico in Europa. L’Africa ha bisogno di studenti ben formati in Europa. Ma è fondamentale che poi tornino a casa per sviluppare i loro Paesi“. Girard a Le Figaro conclude spiegando che “l’aspetto peggiore del caos migratorio è che mina l’orgoglio e il patriottismo africano“.