Il Conai, consorzio nazionale imballaggi, chiede all’Ue di rivedere le norme che quest’ultima vorrebbe imporre: “Il nuovo regolamento pone obiettivi a 5-10 anni. Non sarebbe di maggiore impatto intervenire subito dove ci sono le maggiori criticità nella gestione dei rifiuti?”, ha riflettuto come riportato da Il Sole 24 Ore il presidente Ignazio Capuano. 



Il timore infatti è che il nuovo sistema possa indebolire quello attualmente in vigore in Italia, che funziona piuttosto bene. “Poiché i Paesi che stanno dando il maggiore apporto all’inquinamento da packaging non sono nell’Unione, ma in altre zone del mondo come Asia e Africa, se in Europa abbiamo già un sistema capace di ridurre questi rifiuti, perché non lo esportiamo? Nel piano Mattei per l’Africa che l’Italia si propone di fare, laddove ci fosse capitolo che riguarda questo tema, che penso sarebbe importante, come Conai saremmo disponibili a dare un contributo”, ha ribadito.



“Ue riveda regolamento su imballaggi”, l’appello del Conai

Ignazio Capuano, presidente del Conai, a tal proposito, ha voluto sottolineare come l’Italia abbia raccolto numerosi successi in termine di riduzione dei rifiuti da imballaggi. “Abbiamo già raggiunto gli obiettivi di riciclo degli imballaggi del 70% che l’Ue chiede al 2030: siamo al 71,5%”, ha sottolineato. I meriti sarebbero proprio del sistema utilizzato, quello a responsabilità estesa del produttore.

“Con l’Epr, l’azienda resta responsabile del fine vita degli imballaggi che immette sul mercato. Con il Drs, invece, la responsabilità dell’azienda finisce nel momento in cui vende al consumatore che paga la cauzione in grado di garantire il circuito di riutilizzo o riciclo. Non ci sono certezze sull’efficacia del sistema Drs su larga scala. Lo stesso regolamento rimanda ad analisi del ciclo di vita, non ancora realizzate, per verificarlo”, ha spiegato l’esperto. È da capire se l’Europa sceglierà di ascoltare l’Italia, che per il momento sembrerebbe essere isolata sul tema.