FINANCIAL TIMES: “L’EUROPA È PRONTA A SABOTARE L’ECONOMIA DELL’UNGHERIA SE SI CONTINUA COI VETI”

L’Unione Europea avrebbe pronto un piano “segreto” per sabotare l’Ungheria del Presidente Viktor Orban, per mettere «in ginocchio l’economia ungherese» se dovessero proseguire i veti di Budapest al prossimo Consiglio Ue in merito agli aiuti per l’Ucraina. Lo scrive oggi un lungo reportage del Financial Times che “squarcia” la politica europea a pochi giorni dalla riunione dove si tratterà nuovamente su quali e quanti aiuti inviare al Governo Zelensky nella guerra contro la Russia di Putin. L’articolo del quotidiano Uk dopo qualche ora ha trovato una nota del portatovoce Ue Eric Mamer ma ormai la polemica era scattata e sopratutto il documento di bozza citato dal FT pare esistere eccome.



Andiamo però con ordine e partiamo dal presunto “piano segreto” contro l’economia ungherese per stanare la strategia dei veti da tempo adottata dal Presidente Orban: se Viktor Orban bloccherà nuovamente il pacchetto di sostegni da 50 miliardi di euro per l’Ucraina, scatterebbe da Bruxelles una “guerra” economica contro Budapest portando al massimo storico la tensione tra Comunità europea e Ungheria. Il piano prevederebbe l’indebolimento della valuta (il fiorino ungherese, ndr), riducendo la fiducia degli investitori e scatenando una “tempesta” economica sul Governo Orban. «In caso di mancato accordo nel vertice del 1 febbraio, gli altri capi di Stato e di governo dichiarerebbero pubblicamente che, alla luce del comportamento non costruttivo del Primo Ministro ungherese, non si può procedere con i finanziamenti per Kiev», recita l’articolo del FT citando la bozza Ue preparata per “convincere” Orban nelle trattative per sbloccare gli aiuti a Kiev. Il “piano” anti-Orban punta in sostanza a innescare rapidamente «un ulteriore aumento del costo del finanziamento del deficit pubblico e un calo della valuta».



LA SMENTITA DA FONTI UE E IL DOCUMENTO CHE COMUNQUE RESTA: COSA SUCCEDE

Passano poche ore e appunto arriva la smentita dell’Unione Europea la quale però non esclude la presenza effettiva di quella bozza di documento citata dal FT: «il documento a cui si riferisce il Financial Times è una nota di background redatta dal Segretariato del Consiglio sotto la propria responsabilità che descrive lo stato attuale dell’economia ungherese». Secondo le fonti europee citate nella nota, si tratterebbe di un documento fattuale «che non riflette lo stato dei negoziati in corso sul bilancio dell’Ue tra gli sherpa e a livello di leader». I negoziati in corso sul Qfp – la revisione sul Quadro finanziario pluriennale comunitario – citati nella nota, «sono in corso, e si sono sempre basati sulla ricerca di un compromesso accettabile per tutti i 27 Stati membri dell’Ue. I negoziati tra gli sherpa e tra i leader dell’Ue si basano sui principi del dialogo, della consultazione e del compromesso nell’interesse di tutti».



Da ultimo, le fonti Ue sottolineano come la nota sul FT «non delinea alcun piano specifico relativo al bilancio comunitario e allo Strumento per l’Ucraina, né alcun piano relativo all’Ungheria». Per il portavoce capo della Commissione europea Eric Mamer, l’articolo del Financial Times non va smentito in quanto «si riferisce a un documento di un funzionario del Consiglio Ue. Questo è ciò che dice l’articolo. Non abbiamo visto questo documento e quindi non siamo assolutamente in grado di commentarlo. Ovviamente, i preparativi per il Consiglio europeo sono in corso, come prevedibile visto che si svolgerà giovedì». Dal Belgio al Lussemburgo, le reazioni all’articolo sul FT sono improntate nel frenare le mire di Bruxelles contro Budapest: «Prima cerchiamo di trovare un compromesso a ventisette al vertice del primo febbraio. E se non ci riuscissimo solo in seguito tratteremo eventuali piani B», ha detto la ministra degli Esteri del Belgio, Hadja Lahbib. Secondo il ministro degli Affari europei, János Bóka, l’ipotesi di un piano contro l’economia ungherese è di una gravità estrema: «L’Ungheria non cede al ricatto! Il documento, redatto dai burocrati di Bruxelles, non fa che confermare ciò che il governo ungherese sostiene da tempo: l’accesso ai fondi Ue viene utilizzato per ricatti politici da parte di Bruxelles». Il Governo ungherese ha poi fatto sapere di aver recapitato lo scorso sabato una nuova proposta all’Europa aperta all’utilizzo del bilancio Ue per il pacchetto Ucraina, «e persino all’emissione di debito comune per finanziarlo, a patto – scrive su X Balázs Orbán, direttore politico del primo ministro magiaro – che vengano aggiunti altri caveat che diano a Budapest l’opportunità di cambiare idea in un secondo momento».