Nuovo provvedimento dell’Europa per la prevenzione dei reati ambientali, entrerà in vigore prima delle elezioni 2024. Previste sanzioni pesanti per le imprese che non rispettano i regolamenti, fino al 5% del fatturato e multe anche per i fornitori e i clienti. La direttiva di Bruxelles, che si inserisce nel più ampio pacchetto Green Deal UE, ha come obiettivo infatti il monitoraggio di tutte le catene di approvvigionamento, per individuare quelli che potrebbero essere i nodi critici sulla sostenibilità. I nuovi obblighi però potrebbero risultare un ennesimo “cappio al collo” per le aziende già provate con la difficile burocrazia e costi da sostenere per rispettare le linee guida legislative.
Come sottolinea il quotidiano La Verità, le azioni che verranno considerate negative avranno un impatto economico notevole, e tutte le associazioni di categoria, compresa Confindustria, hanno lanciato già l’allarme perchè oltre alla revisione dei piani aziendali, si dovranno modificare alcuni iter che inevitabilmente diventeranno molto più complicati e onerosi, comprese le pratiche di autocontrollo e successiva informativa relativa alle politiche adottate, anche quelle riguardanti i diritti umani.
Ue, nuove regole di sostenibilità ambientale: aumentano obblighi burocratici e oneri per le aziende
La normativa Eu sulle pratiche aziendali per il rispetto dell’ambiente e dei diritti umani, prevede nuove sanzioni in caso di inosservanza delle regole e complessi obblighi burocratici che le società dovranno seguire per provare che le loro politiche e azioni concrete non risultino incompatibili con la sostenibilità. Pena una multa che arriverà fino al 5% di tutto il fatturato e sarà applicata come sanzione anche per chi partecipa alla catena di approvvigionamento come i fornitori ma anche i clienti. Il rischio ora è quello di creare un sistema di responsabilità oggettiva e soggettiva sempre più complicato, che mette anche in discussione il compito delle autorità.
Perchè saranno le stesse aziende a dover vigilare e denunciare gli illeciti altrui, di fatto sostituendosi agli Stati. Gli adempimenti dovranno essere rispettati da aziende Ue con oltre 500 dipendenti e fatturato medio di 150 milioni di euro l’anno. Poi, dopo tre anni sarà esteso anche a quelle non Ue ma con fatturato superiore a 150 milioni, generato in territorio europeo.