Non si fermano – ma, anzi, si intensificano – le voci contrarie a Viktor Orban e alla sua autoproclamata missione di pace per l’Ucraina che l’ha portato nel corso delle ultime settimane a viaggiare per mezzo globo cercando una mediazione sul conflitto e (soprattutto) una soluzione pacifica. Una missione che vista limitandoci a queste poche parole sembra tutt’altro che riprovevole, ma che al contrario – e forse prevedibilmente – ha attirato molte attenzione negative, a partire di quelle dell’Alto Commissario Borrell che già dopo il primo viaggio aveva intimato pubblicato ad Orban – che è l’attuale presidente del Consiglio europeo di turno – di evitare di spacciare la sua missione di pace come un’iniziativa proposta o sostenuta dall’Unione Europea.
Oggi – riferisce Politico – è stata scritta l’ennesima pagina di questa vicenda con 63 eurodeputati (nessuno italiano e tutti parte dei gruppi PPE, Renew, the Left e Verdi) che hanno inviato una lettera a Ursula von der Leyen, Charles Michel e Roberta Metsola chiedendo che venga revocato a Viktor Orban e all’Ungheria il diritto di voto all’interno del Consiglio a causa dei “giù significativi danni causati sfruttando e abusando del ruolo di presidente”.
La lettera dei 63 eurodeputati: “Minacciare Orban non funziona, serve la sospensione del voto”
Nella lettera ottenuta da Politico – e consultabile cliccando su queste parole – dopo gli intestatari i 63 eurodeputati elencati invitano i colleghi “a fare il possibile per sospendere il diritto di voto” di Orban ai sensi “dell’articolo 7 del Trattato dell’Unione europea”. L’accusa mossa verso la “presidenza ungherese del consiglio” è quella di aver causato i già citati con le “diverse visite diplomatiche, in particolare [a] Putin in Russia e Xi Jinping in Cina” abusando e “travisando intenzionalmente i suoi poteri” lasciando intendere agli interlocutori che agisse “a nome dell’intera Unione, mentre in realtà Orban non ha alcuna autorità per rappresentare l’UE”.
“Questi viaggi – continuano gli eurodeputati infuriati – si sono svolti esclusivamente nell’ambito di relazioni bilaterali”, mentre il comportamento del primo ministro ungherese “equivale a usurpare i poteri e le prerogative degli Stati membri dell’UE nell’ambito della politica estera”. Non solo, perché Orban “pretende di rappresentare l’UE nel suo complesso, ma sta attivamente perseguendo un’agenda politica che è contraria alle posizioni comuni“, spingendo “per un cessate il fuoco ad ogni costo, invece di un cessate il fuoco alle condizioni dell’Ucraina”. Secondo i deputati “non si può permettere che questo continui [e] poiché le semplici condanne verbali non hanno alcun effetto” la richiesta è di “intraprendere al più presto un’azione decisiva per limitare ulteriori danni”.