La guerra in Ucraina ha segnato l’inizio di un «grande terremoto geopolitico». Lo scrivono Dmytro Kuleba, ministro degli Affari esteri dell’Ucraina, e Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché vicepresidente della Commissione europea, in un intervento in cui parlano del piano di pace per rafforzare la sicurezza. «Quello che la Russia sta facendo è un classico esempio di aggressione imperialistica e colonialistica di stampo ottocentesco. L’Ucraina sta subendo le crudeltà che molti altri Paesi hanno sofferto in passato», affermano in un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa “Rbc Ucraina” e riportato dal Sole 24 Ore.
A proposito della Russia, aggiungono che il conflitto non è mai stato legato alla neutralità ucraina e/o all’allargamento della NATO. «Il Presidente russo Vladimir Putin ha ripetutamente affermato che l’Ucraina non esiste come nazione e che l’identità ucraina è artificiale». Pertanto, questa guerra ha come unico scopo «l’annientamento di un Paese indipendente, la conquista del territorio e il ristabilimento del dominio su un popolo che ha deciso di essere padrone del proprio destino». Kuleba e Borrell precisano che gli effetti dell’invasione russa in Ucraina si sono fatte sentire anche lontano dall’Europa. Il riferimento è alle ripercussioni sulla sicurezza alimentare e sui prezzi dell’energia, senza dimenticare le campagne di disinformazione e destabilizzazione politica. «Putin ha dato il la a un mondo sempre più transazionale».
KULEBA E BORRELL “BISOGNA RIFIUTARE GUERRA E TERRORE”
Kuleba e Borrell ricordano che la Russia ha schierato i mercenari della Wagner in Africa, «attraverso colpi di Stato ha destabilizzato altri Paesi e ha ingaggiato un ricatto economico facendo leva sulla minaccia della fame: ha offerto grano che lui stesso ha reso scarso bruciando sistematicamente i campi in Ucraina, prendendo di mira le infrastrutture di stoccaggio e bloccando importanti rotte marittime di esportazione». Ma soprattutto rimarcano che la guerra ha conseguenze che coinvolgono tutti i Paesi, motivo per il quale la Russia non può vincere il conflitto, anche perché «ogni potenza aggressiva del mondo sarebbe tentata di seguire le orme della Russia». Di conseguenza, è sbagliato parlare di Occidente contro gli altri, così come è sbagliato pensare che sostenere l’Ucraina voglia dire essere filo-occidentali.
«Si tratta di rifiutare la guerra e il terrore. Si tratta di difendere il principio delle relazioni internazionali basate sul rispetto reciproco e di sostenere il diritto degli ucraini alla sicurezza e alla libertà». Il ministro degli Esteri ucraino e il responsabile europeo degli Affari esteri confermano che Ucraina e Ue condividono una visione delle relazioni internazionali diversa da quella della Russia di Putin. «La nostra visione si basa sul diritto internazionale, sul rispetto e sul vantaggio reciproco, invece che sulla coercizione, sulla corruzione e sulla paura». Ma condividono anche l’obiettivo di porre fine quanto prima alla guerra. «Per raggiungere questo obiettivo, l’Ucraina ha proposto una formula di pace in dieci punti – che l’Ue sostiene pienamente – che non solo prevede la fine delle ostilità, ma include anche proposte per rafforzare la sicurezza alimentare, la sicurezza nucleare, la protezione ambientale, la sicurezza energetica, la giustizia internazionale, i diritti umani e il rispetto della Carta delle Nazioni Unite».
IL PIANO DI PIACE DELL’UCRAINA IN 10 PUNTI
Borrell e Kuleba ritengono che il piano di pace dell’Ucraina in 10 punti sia l’unica proposta «seria» sul tavolo, quindi chiedono a tutti i Paesi impegnati per la pace di unirsi in questo sforzo. L’Alto Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il ministro degli Esteri ucraino citano nel loro articolo, riportato in Italia dal Sole 24 Ore, anche il “Summit per la pace globale” in Svizzera, sostenuto dall’Ue. «I leader di tutto il mondo lavoreranno per arrivare a un accordo su una visione comune per una pace giusta in Ucraina, basata sulla Carta delle Nazioni Unite. Alla Russia sarà quindi presentata questa posizione consolidata, che rappresenta la maggioranza globale, sarà presentata alla Russia che non avrà altra scelta se non impegnarsi in buona fede».
La pace giusta non può non passare dal sostegno all’Ucraina. Borrell evidenzia che è esattamente quello che ha fatto l’Europa, che tra l’altro si impegna a incrementare gli aiuti nel 2024. «Il nostro obiettivo comune è garantire che l’Ucraina possa ribaltare le sorti della guerra in suo favore, così da raggiungere una pace giusta il prima possibile». Borrell e Kuleba concludono che «è nell’interesse di tutti che il diritto internazionale sia rispettato e che la cooperazione sia la massima priorità».