Vietato affittare/vendere case se consumano troppo: la proposta “shock” arriva dalla Commissione Europea, contenuta in una bozza di risoluzione che verrà presentata in Parlamento Ue il prossimo 14 dicembre.

Sulla scia degli interventi “sostenibili” a livello ambientale, l’Europa si prepara ad una durissima stretta di tutti gli immobili energivori: come illustra “La Stampa” su fonti europee, la direttiva prevede che gli Stati al proprio interno introducano delle norme «per vietare la vendita e l’affitto degli immobili che a partire dal 2027 non abbiano raggiunto il minimo di efficienza energetica richiesto». Per gli appartamenti in condominio invece la “stretta” dovrebbe scattare nel 2030. Gli standard minimi di energia sostenibile dovranno iniziare ad essere applicati dal 2027 come termine massimo, mentre saranno poi dal 2035 che tutti gli immobili presenti nella Comunità Ue dovranno rispettare i nuovi standard.



LA DIRETTIVA CONTRO GLI IMMOBILI “CHE CONSUMANO TROPPO”

L’obiettivo finale fissato per la lotta ai cambiamenti climatici è giungere entro il 2050 ad avere tutti gli edifici a emissioni zero: per farlo, il minimo imposto dalla prossima direttiva Ue sarà la classe energetica E dal 2027, mentre dal 2030 lo standard minimo sarà la classe energetica D. Come ipotizzabile, le novità introdotte dall’Europa – che, lo ribadiamo, devono ancora essere discusse tanto dalla Commissione quanto poi votate in Parlamento – hanno già provocato non poche polemiche tanto in Italia quanto nel resto d’Europa per una norma che se approvata andrebbe ad incidere non poco nell’economia reale del settore immobiliare. Già solo nel nostro Paese, il patrimonio degli immobili ha in dote una stragrande maggioranza di classi energetiche molto basse rispetto agli standard richiesti: «L’obbligo di rinnovo energetico prima della vendita per edifici e abitazioni è una idea ridicola che non potrebbe essere applicata in Italia», attacca il Codacons citando i dati che vedono metà circa delle case italiane costruite nel secondo dopoguerra e con poca attenzione agli sprechi di energia, un 20% è “storico” ed ha più di 100 anni d’età. Per il presidente del Codacons Carlo Rienzi un simile provvedimento «creerebbe un evidente squilibrio a danno di chi possiede una abitazione, porterebbe ad un rialzo ingiustificato dei prezzi delle case e bloccherebbe quasi del tutto il mercato immobiliare». Di parere opposto Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, che invece guarda positivamente alle richieste europee: «proposta giusta che oltre a guardare all’ambiente tutela chi effettua l’acquisto. Sul mercato già oggi le case poco efficienti sono invendibili o quasi. La speranza è che questa misura porti a interventi di riqualificazione energetica. Non si può chiedere un Paese più verde e poi mettere sullo stesso piano gli immobili che sono a risparmio energetico e quelli che non lo sono», spiega a “La Stampa”.



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