Via libera dei ministri delle Finanze del G7 al price cap, cioè al tetto sul prezzo del greggio russo. La conferma è arrivata pochi minuti fa con la dichiarazione finale e congiunta. “Oggi confermiamo la nostra intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un blocco complessivo ai servizi che consentono il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa nel mondo”, recita il comunicato. Quindi, la fornitura di tali servizi è consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi sono acquistati ad un prezzo uguale o inferiore ad un valore determinato dalla coalizione di Paesi che vi aderisce. “Il price cap è specificamente concepito per ridurre le entrate russe e la capacità della Russia di finanziare la sua guerra di aggressione, limitando al contempo l’impatto della guerra russa sui prezzi globali dell’energia, in particolare per i Paesi a basso e medio reddito, consentendo ai fornitori di servizi di continuare a svolgere attività commerciali relative al petrolio e ai prodotti petroliferi russi trasportati via mare, solamente se venduti a un prezzo pari o inferiore al price cap”, prosegue la nota congiunta dei ministri delle Finanze del G7.



Si tratta di una misura che intende integrare e amplificare la portata delle sanzioni contro la Russia. “Accogliamo con favore la decisione dell’Unione europea di esplorare con i partner internazionali le modalità per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la possibilità di introdurre tetti temporanei ai prezzi delle importazioni”. Quindi, ora si deve passare alla definizione del price cap e alla sua attuazione. C’è anche l’intenzione di limitare l’eventualità che il price cap venga aggirato, “riducendo al contempo al minimo l’onere amministrativo per gli operatori di mercato”. Intanto Dmitry Medvedev, ex premier russo ora vice capo del Consiglio di sicurezza russo, minaccia: “Sarà come per il petrolio. Semplicemente non ci sarà più gas russo in Europa”. (agg. di Silvana Palazzo)



UE VALUTA PRICE CAP: LA CONFERMA…

Apertura dell’Unione europea al price cap, il tetto al prezzo dell’energia elettrica prodotta da fonti diverse dal gas, così da ricavare risorse con cui ammortizzare i costi delle bollette. La Commissione Ue ha elaborato la proposta in un documento non ufficiale che intende presentare ai ministri dell’energia dei 27 Paesi membri. Le opzioni sono diverse. Ad esempio, la Spagna vorrebbe riproporre il suo modello: prezzo calmierato solo per il gas usato per produrre energia elettrica. Per l’Italia il price cap può essere applicato sulle importazioni dalla Russia.



Mechthild Wörsdörfer, vicedirettrice generale per l’energia della Commissione Ue, spiega che c’è anche l’ipotesi di applicarlo all’interno dell’Ue, sul mercato all’ingrosso o al dettaglio. Insomma, si stanno valutando tutte le possibilità. Inoltre, ha citato anche misure urgenti sui prezzi dell’elettricità per tutelare le industrie critiche, come un piano per la riduzione della domanda. Secondo indiscrezioni confermate da più fonti, citate da ItaliaOggi, la Commissione Ue avrebbe in mente di proporre un price cap per il quale gli introiti legati alla differenza tra il “tetto” e il prezzo finale verrebbero usati per sussidi ai consumatori colpiti dal caro bollette.

PRICE CAP, UE VALUTA E RUSSIA MINACCIA RITORSIONI

Il price cap è la prima mossa che l’Ue dovrebbe fare per ridurre i prezzi del gas per i consumatori”, ha dichiarato Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’acquisizione della greca Depa. “Penso che la proposta del nostro governo di fissare un cap fosse giusta. Lo dimostra il fatto che appena la Germania ha aperto all’idea del cap il prezzo del gas è calato”. Ma è una decisione che va presa a livello europeo, “altrimenti sarebbe troppo costosa a livello dei singoli Paesi e non altrettanto efficace”.

Nel frattempo, la Russia continua a mostrare i “muscoli”. Infatti, vicepremier russo Alexander Novak ha minacciato la sospensione delle forniture di petrolio ai cosiddetti Paesi “ostili” se introdurranno delle restrizioni. Questo avvertimento è rivolto ai ministri delle Finanze del G7 che si apprestano a discutere del tetto al prezzo del greggio russo. Per Novak il price cap è una “assurdità assoluta” che rischia di “destabilizzare” il mercato petrolifero. Novak, citato dall’agenzia di stampa Tass, ha spiegato senza giri di parole che il Cremlino smetterà di fornire petrolio e prodotti petroliferi ai Paesi che imporranno un tetto al prezzo del petrolio russo. Inoltre, ha avvertito che gli stoccaggi di gas “non basteranno all’Ue per superare l’inverno”. Sul fronte del gas, infine, la Russia è tornata a ripetere che le sanzioni Ue impediscono a Gazprom di fornire gas all’Europa.