L’Ue si pronuncia ancora una volta contro il popolare social Tik Tok, questa volta la piattaforma è accusata di aver violato alcune norme fondamentali che regolano il diritto alla salute dei minori. L’azienda cinese rischia ora una sanzione che può arrivare fino al 6% del fatturato. In particolare la questione, come sottolinea La Repubblica,  è nata da una inchiesta formale che era stata condotta preventivamente anche negli Stati Uniti, le indagini, hanno confermato i sospetti iniziali e le accuse che erano arrivate anche dal sindaco di New York, stabilendo che effettivamente l’algoritmo del social è stato studiato per creare dipendenza e portare gli utenti a restare quanto più tempo possibile a guardare i video pubblicati.



Per questo motivo, il particolare meccanismo, porterebbe gli adulti ma più di tutti i minori, a sviluppare comportamenti anomali, incidendo sulla personalità e sulla libertà, fino a provocare la comparsa di vere e proprie patologie mentali. Un bombardamento di contenuti, proposti in base ai gusti personali, che a lungo termine influenza notevolmente le convinzioni, portandole a diventare sempre più radicali.



Tik Tok può nuocere ai minori, Ue valuta sanzioni per violazione dei diritti alla salute

Tik Tok può nuocere gravemente alla salute dei più piccoli, questo è quanto emerge dalle indagini condotte da Usa e Ue in merito al funzionamento particolare del social che sarebbe stato studiato appositamente per influenzare le scelte e le convinzioni, aumentando il tempo di permanenza nella App per la visione dei video e creando dipendenza. Secondo l’ultima inchiesta della Commissione Ue infatti, l’algoritmo di Tik Tok è in grado di generare patologie che portano a perdere la libertà, restando imprigionati in una gabbia digitale soffocante.



Inoltre, l’altra accusa è quella di non aver impedito ai bambini la visione di contenuti violenti o vietati ai minori. L’Ue ora proseguirà con l’inchiesta e la prima richiesta è stata quella di controllare tutte le inserzioni pubblicitarie per valutare eventuali insidie. L’azienda però ha già iniziato a difendersi, principalmente dichiarando che sulla piattaforma non si possono iscrivere i minori di 13 anni, e che il social può vantare il maggior numero di moderatori che vigilano, sia sui comportamenti che sui contenuti ritenuti pericolosi.