Italia a rischio infrazione da parte dell’Unione Europea in merito al Decreto dello scorso 2 marzo con il quale erano state introdotte delle regole nel settore turistico in merito alla possibilità che compagnie aeree e tour operator non rimborsino tutti quei viaggi annullati a causa della pandemia da Covid-19? Pare infatti che dalle parti di Bruxelles le norme contenute in quel decreto non siano piaciute e che tuttavia nel mirino della Commissione Europea non vi sia solo il Bel Paese ma altri Stati Membri. Con una lettera formale che è stata inviata quest’oggi al Governo Conte a firma di Adina Valean e Didier Reynders, titolari della Commissioni alla Giustizia e ai Trasporti, si chiede infatti all’esecutivo di intervenire su quelle regole dato che tutti i viaggiatori devono invece poter avere la possibilità di scegliere tra l’utilizzo dei voucher oppure una forma di rimborso: il dubbio della UE è che vi siano delle questioni di legalità che vanno chiarite e per questo motivo sono state date due settimane di tempo, ovvero fino al prossimo 28 maggio, per cambiare la legge e lasciar decidere ai clienti delle compagnie o tour operator cosa fare del loro viaggio di vacanza cancellato.
ITALIA A RISCHIO INFRAZIONE SULLE REGOLE PER I RIMBORSI DEI VIAGGI TURISTICI?
Come accennato, a rischio procedura d’infrazione non c’è solo l’Italia ma altri Paesi UE che non consentirebbero ai viaggiatori beffati di poter optare almeno tra voucher o rimborso in merito alle loro vacanze saltate. “Noi speriamo comunque che questa situazione possa essere subito risolta senza dover ricorrere a una procedura d’infrazione” hanno spiegato Valean e Reynders alla stampa, auspicando dunque una risposta soddisfacente alla missiva di cui sopra che ha come scopo quello di preservare i diritti dei viaggiatori del Vecchio Continente. Pur tenendo conto che le cancellazioni di voli e altre prenotazioni abbiamo portato a una grave mancanza di liquidità per il comparto del turismo e dei trasporti, i due Commissari hanno tenuto a precisare che la UE deve comunque difendere i diritti dei clienti, altrettanto colpiti dalla crisi e che avevano scelto un viaggio ben prima che la pandemia diventasse un’emergenza. Ecco perché anche l’Italia (come pure Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo e Paesi Bassi) deve consentire a tutti di poter tutelare i diritti dei passeggeri con rimborsi o voucher che siano però coperti da una “garanzia pubblica” che garantisca il titolare nella malaugurata eventualità che l’operatore turistico fallisca.