Il taglio dei fondi a vino e carni rosse sancito dall’Ue ha mandato su tutte le furie Coldiretti e le associazioni di categoria. I nuovi bandi di Bruxelles, infatti, riducono i consumi di carne e bevande alcoliche, incentivando il passaggio alle diete vegetali. O, come lo definiscono le fondazioni nostrane, al «cibo sintetico».
Coldiretti e Filiera Italia denunciano il rischio di «tagliare i fondi per la promozione di vino e carne, prosciutti e birra, affossando la dieta mediterranea e il Made in Italy». Ettore Prandini e Luigi Scordamaglia, a rappresentanza delle due organizzazioni, hanno invocato un cambio di rotta: questo quanto scritto in una lettera invita al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, nonché agli europarlamentari italiani e ai principali leader di partito.
Ue taglia fondi per vino e carni rosse: ira Coldiretti
In seguito ai tagli dei fondi decisi dall’Ue, Coldiretti e Filiera Italia hanno chiesto di rifocalizzare la politica di promozione sulle pratiche agricole e sul consumatore stesso, canalizzando gli sforzi verso una comunicazione nutrizionale sana ed equilibrata. Una svolta, dunque, così da respingere «gli atteggiamenti discriminatori verso i prodotti a base di carne e le eccellenze dei settori vitivinicolo e della birra, peraltro inclusi nella dieta mediterranea». Coldiretti e Filiera Italia hanno acceso i riflettori sul rischio di «colpire prodotti dalle tradizioni secolari con un impatto devastante sulla biodiversità dei territorio colpendo i prodotti tipici e soprattutto famiglie impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado».
Come evidenziato dalle organizzazioni, l’Ue ha dato vita a un precedente pericoloso, parlando di «decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate». Tra i primi a raccogliere l’appello, gli eurodeputati della Lega hanno chiesto di ribaltare l’approccio, confermando vicinanza a Coldiretti e Filiera Italia: «Le nuove direttive potrebbero spingere fortemente sui soli prodotti biologici dimenticando che gli obblighi in materia di sostenibilità ambientale e la ricerca dell’alta qualità contraddistinguono tutte le principali filiere, e penalizzare eccellenze del nostro territorio precludendo in partenza la possibilità di accedere ai fondi per la promozione a centinaia di aziende del Made in Italy, discriminando anche la dieta mediterranea, per il quinto anno consecutivo premiata dal ‘US News & World Report’ dieta migliore al mondo».