«Le previsioni della Commissione Europea mi sembrano ingenerose», ha commentato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in merito ai tagli in previsione della Commissione Ue, «questo perché lo 0,1% significherebbe che gli ultimi provvedimenti presi non avrebbero nessuna prospettiva di crescita». Per il titolare di Palazzo Chigi, alla vigilia di una importantissima seduta del CdM sul caso Siri e la tenuta di Lega e M5s, «non valutare che le nostre misure avranno qualche impatto è un atteggiamento pregiudizialmente negativo da parte della Commissione». Secondo Conte le misure di Quota 100, Reddito di Cittadinanza e Decreto Crescita continueranno a produrre effetti: «Ci aspettiamo nel secondo trimestre una crescita che confidiamo e speriamo sostenuta. Abbiamo un percorso di politica economica e sociale e lo perseguiamo con determinazione e lasciamo ad analisti, esperti, istituzioni finanziarie interne ed estere fare le loro previsioni. A noi interessa un percorso ben definito». (agg. di Niccolò Magnani)



TRIA, “PREVISIONI IN LINEA”

Arrivano le prime reazioni al taglio delle stime del Pil italiano nel 2019 da parte della Commissione Ue che ha rivisto al ribasso le sue precedenti stime e con una crescita di solo 0.1% rispetto allo 0,2% di febbraio. A far riflettere inoltre che, di fronte a un disavanzo che aumenta, il deficit del nostro Paese nel 2020 sarà del 3,5%, dato che però va inteso al netto di un possibile aumento dell’Iva, smentito da più parti negli ultimi mesi da qualsiasi esponente del Governo e che pure rimane uno spettro in vista della prossima Manovra. Secondo il Commissario Pierre Moscovici la crescita dell’Italia, comunque in linea col trend negativo di tutta l’Eurozona, è “molto contenuta” e questo dovrebbe incidere sui conti pubblici, sostenendo però che non si intende tirare fuori al momento il tema del Patto di Stabilità e che “si valuterà la conformità del tutto a giugno”. Come detto da Roma sono arrivate le prime reazioni: Giovanni Tria, titolare del Mef, ha spiegato che le previsioni della Ue sul Pil non tengono ancora conto dei dati della nostra economia nel primo trimestre di quest’anno che non erano affatto negativi. Inoltre, secondo il Ministro dell’Economia che oggi è al Forum Parigi, “sembra che vi sia leggermente meno ottimismo per l’anno prossimo ma dal punto di vista delle previsioni”. (agg. di R. G. Flore)



PIL 2019 ALLO 0,1%: AUMENTO DISAVANZO E DEBITO

La Commissione UE ha tagliato ancora le stime di crescita dell’Italia: nelle ultime ore infatti è arrivata una nuova doccia fredda per il Governo con i tecnici di Bruxelles che hanno avvertito come nel 2019 il Pil crescerà solo dello 0,1% e nel 2020 dello 0,7. Numeri in ribasso rispetto alle stime di febbraio quando rispettivamente si parlava dello 0,2 e 0.8%: “Ci sarà un intaccamento dei conti pubblici con deficit e debito che saliranno fortemente” è la previsione, giustificata col rallentamento della crescita e con l’allentamento del bilancio stesso. Per quanto riguarda lo stesso deficit, la Commissione prevede che salirà al 2,5%, dunque abbastanza in linea con quanto era stato indicato a suo tempo dal Mef di Giovanni Tria, mentre fra altri dodici mesi toccherà quota 3.5%, dato che lo ricordiamo è stato formulato non calcolando un eventuale e non ancora scongiurato aumento dell’Iva.



TAGLIATE LE STIME DEL PIL ITALIANO 2019

Insomma, Bruxelles ha rivisto al ribasso le sue precedenti previsioni anche se va detto che il trend negativo riguarda pressoché l’intera Eurozona, il cui Pil è stimato all’1,2%, rispetto all’1,3% preventivato. Per quanto riguarda l’Italia, la Commissione Ue ha spiegato che questa debolezza comunque lascerà degli spiragli: infatti a fronte della contrazione verificatati nello scorso semestre ora si intravedono dei piccoli segnali di ripresa e, a proposito dei singoli provvedimenti adottati dal Governo Conte, si stima che il reddito di cittadinanza potrà incentivare i consumi anche se il mercato del lavoro continua a “deteriorarsi” a scapito comunque della spesa dei consumatori. In questo modo il Bel Paese si conferma a livello di crescita il fanalino di coda dell’Unione dato che a fare meno peggio dell’Italia (+0,1%) è solo la Germania (+0.5%): male inoltre anche il fronte degli investimenti dove l’indicatore fa segnare addirittura il segno meno (0.3%) rispetto al 2018 e su quello del lavoro dove anche qui l’Italia è l’unica in controtendenza rispetto agli altri Stati membri con un saldo negativo (-0,1%).