UE: “Eludere le sanzioni è un euro-crimine”

Lunedì 28 novembre l’UE ha preso un’importante decisione, rendendo l’elusione delle sanzioni imposte dagli stati un euro-crimine. Si tratta, nella fattispecie, di reati individuati dall’UE e in merito ai quali occorre una standardizzazione delle pene negli Stati membri, in virtù della loro gravità. Gli euro-crimini sono stati definiti la prima volta con il Trattato di Lisbona, che dalla sua approvazione non è mai stato modificato, fino ad oggi, ed includono, per esempio, il traffico di esseri umani, il riciclaggio di denaro, il terrorismo e la criminalità organizzata.



Con l’unanimità dei voti in commissione, insomma, l’UE avrebbe reso l’elusione delle sanzioni illegale a tutti gli effetti, costringendo nel corso dei prossimi mesi o anni gli Stati membri ad adottare una legislazione specifica che tuteli questi tipo di reato. Ad oggi, a quanto evidenzia il quotidiano francese Le Monde, dei 27 membri UE solamente dodici avrebbero spontaneamente già reso un reato penale eludere le sanzioni, ed il nuovo regolamento mira proprio ad uniformare questo tipo di azione. Le pene saranno decise dai singoli Stati, mentre il regolamento europeo mirerà solamente a definire i termini minimi dell’azione legale.



Sanzioni: “Chi le elude va incontro alla confisca e al carcere”

Insomma, da ora in poi sarà più difficile violare le sanzioni imposte dagli Stati membri dell’UE e si tratta di un regolamento mosso anche dalla situazione tra Russia e Ucraina. Infatti, dallo scoppio della guerra sono stati imposti otto pacchetti di sanzioni alla Russia, che colpiscono, tra oligarchi e persone vicine al Cremlino, più di 1.300 persone. Non è ancora stata definita concretamente la linea d’azione comune in merito all’elusione delle sanzioni, ma si suppone che oltre alla confisca dei beni, chi le viola o aiuta altre persone a violarle, potrebbe incorrere anche nel carcere.



Le Monde, inoltre, parlando delle sanzioni imposte alla Russia dagli stati UE ha cercato anche di spiegare come mai fino a questo momento non abbiano funzionato. Mancando un regolamento comune, infatti, l’Europa non può procedere alla confisca fintanto che i beni si trovano in un paese sprovvisto di una normativa europea. Attualmente, circa 19 miliardi di euro di beni appartenenti agli oligarchi sono congelati in parte in Italia, in parte in Germania ed in parte in Francia, concretamente bloccati, ma nella realtà dei fatti facilmente bloccabili. Infatti, basta che quei beni vengano trasportati illegalmente da uno stato in cui sono previste delle pene (come la Francia), ad un altro in cui mancano (come l’Italia), affinché gli oligarchi riescano ad accederci nuovamente, magari pagando solo una lieve multa.