L’Unione Europea ha partorito una nuova imposizione: la pesca a strascico sarà bandita completamente nel 2030. Non si conoscono le ragioni sottese ad una tale decisione ma per certo questo diktat avrà un impatto negativo sulla marineria nazionale, con “effetti devastanti sull’economia, sull’occupazione e sui consumi” come ha anche dichiarato la Coldiretti. Solo in Toscana, come si legge su Il Giornale, la pesca a strascico frutta ad oggi 30 milioni di euro, quindi il 60% dell’intero fatturato della pesca nella regione. Situazione analoga anche nel resto delle regioni costiere.
Le nuove linee europee cominceranno ad entrare in azione dal 2024. A partire infatti da tale periodo, fino al 2027, si comincerà infatti con un taglio fino al 30% delle aree di pesca attuali. Quella che si verrebbe a creare inoltre sarebbe una concorrenza sleale a danno dell’Italia, dato che le stesse regole ferree non varrebbero per le imbarcazioni extra UE che si affacciano sul Mediterraneo, libere di pescare anche più di prima approfittando delle restrizioni cui sono sottoposti i colleghi europei.
PESCA A STRASCICO: ‘RIVOLTA’ DEI PESCHERECCI ITALIANI
Dopo l’annuncio della decisione UE immediata è stata la reazione dei pescherecci italiani. Le sirene sono suonate in gran parte dei porti italiani come segno di dissenso, a cui ha fatto eco la Coldiretti e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. La preoccupazione tra l’altro è condivisa in tutti i paesi europei che si affacciano sul mare, sebbene manchino ancora 7 anni allo stop definitivo. Ciò che viene lamentato è un estremismo europeo ambientalista lontano da ogni logica.
Senza contare che la decisione è stata presa senza che siano state adottate tecniche alternative di riconversione, determinando la rinuncia ai 2/3 del pescato nazionale. Di contro nei supermercati italiani arriva oltre un miliardo di chili di pesce proveniente da stati stranieri, tra fresco e trasformato ma spacciato per italiano. Insomma, quella che verrà messa in atto, sembra essere a tutti gli effetti una ‘congiura’ a danno della pesca italiana ed europea se la Commissione europea non si ricrederà su questa imposizione.