L’Ue vuole istituire un comitato etico comune a tutte le sue istituzioni dopo lo scandalo del Qatargate. Ad annunciarlo, come riportato da Le Figaro, è statala vicepresidente della Commissione, Vera Jourova, la quale ha definito “urgente” la misura. L’idea era stata avanzata anche da Ursula von der Leyen stessa all’inizio del suo incarico, nel 2019, ma era successivamente caduto nel dimenticatoio. Adesso potrebbe presto diventare realtà.
“La democrazia in Europa può prosperare solo se le persone si fidano delle istituzioni e questa fiducia non è scontata. Dobbiamo meritarcelo”, ha affermato la ceca. La missione di questa nuova struttura, dotata di 600.000 euro, sarà quella di definire una base comune di regole minime applicabili a tutti i responsabili politici delle istituzioni dell’Ue (tra cui Presidenti della Commissione e del Consiglio, Membri del Parlamento europeo, Commissari europei, membri delle presidenze di turno del Consiglio dell’UE, eurodeputati e membri del consiglio di amministrazione della Banca centrale europea) e a soggetti a nomina politica (ad esempio giudici della Corte di giustizia dell’UE, membri del Comitato delle Regioni).
Ue vuole istituire comitato etico dopo Qatargate: cosa sarà
Il comitato etico che l’Ue vuole istituire dovrebbe essere composto da nove rappresentanti delle istituzioni e cinque esperti indipendenti nominati per cinque anni. Esso si occuperà di garantire che la corretta applicazione delle norme. Il codice di comportamento in questione riguarderà aspetti relativi a dichiarazioni di interessi, viaggi, attività svolte durante e dopo il mandato, doni, incontri con lobbisti e molto altro.
L’obiettivo è quello di mostrare alla popolazione che si sta attuando una certa pressione per proteggere l’Unione nel suo insieme. “Se si verifica uno scandalo come il Qatargate, i cittadini non faranno differenze tra le istituzioni europee”, ha aggiunto la vicepresidente della Commissione, Vera Jourova. Un primo incontro tra i rappresentanti delle varie istituzioni per discutere dell’argomento è previsto il 3 luglio. Affinché il comitato etico diventi realtà sarà necessario però il via libera degli Stati membri e del Parlamento europeo.