L’Ue vuole leggere le chat di WhatsApp“, con questo titolo il sito tedesco T-online rivela un piano della Commissione europea che è destinato a far discutere. È contenuto in un documento interno preparato da un gruppo di esperti, da cui si evince che l’esecutivo europeo starebbe pianificando un massiccio rafforzamento delle misure di sorveglianza dei dispositivi digitali, che potrebbe coinvolgere anche elettrodomestici, ad esempio i frigoriferi “intelligenti”, e gli assistenti vocali, come quelli di Google e Apple.



L’obiettivo è agire contro la criminalità organizzata e combattere precocemente il terrorismo, d’altra parte questo documento suscita preoccupazione per il rischio di un’intrusione senza precedenti nella privacy dei cittadini, perché, ad esempio, gli investigatori potrebbero avere la capacità di bypassare la crittografia dei servizi di messaggistica come WhatsApp e, molto più semplicemente, leggere le chat, anche se per decriptare i dati potrebbe essere necessaria un’ordinanza del tribunale.



MENO RESTRIZIONI PER GLI INQUIRENTI?

Aziende come Apple, Meta e Google non dovessero collaborare, potrebbero essere colpite da sanzioni. Attualmente gli investigatori non possono aggirare la crittografia end-to-end dei servizi di messaggistica come WhatsApp, quindi i dati vengono crittografati sul telefono del mittente e decifrati solo dal destinatario, senza backdoor. Gli investigatori, di conseguenza, possono solo provare a sbloccare i telefoni per analizzare le chat, ma ciò richiede molto tempo e non è neppure detto che funzioni.

Ma il gruppo di esperti incaricato dalla Commissione Ue di elaborare la proposta non si è limitato alle chat WhatsApp e ad altri servizi di messaggistica, allargandosi al cosiddetto “Internet delle cose“, evidenziando la necessità di allargare la questione a tutte le forme di connettività, pure le automobili connesse, oltre agli assistenti domestici.



IL NODO DELLA CONSERVAZIONE DEI DATI

Questo piano richiede anche l’introduzione della conservazione dei dati, di conseguenza i fornitori dei servizi dovrebbero conservare i dati sul traffico degli utenti per uno specifico periodo di tempo e mandarli alle autorità di polizia in caso di necessità. Tra i dati potrebbero esserci quelli sul traffico, come gli indirizzi IP, i contatti telefonici o addirittura i dati sulla localizzazione, affinché “tutto sia accessibile senza barriere“. Quindi, WhatsApp e altri servizi di messaggistica non sarebbero più sicuri e sarebbero accessibili apertamente per le autorità investigative, ma anche per eventuali regimi.

In Germania, dove è stata data notizia di questo documento, si ricorda che il Tribunale amministrativo federale ha stabilito che la conservazione generalizzata dei dati senza motivo contravviene il diritto europeo, quindi non lo si può applicare nel paese tedesco. Ma ora c’è una nuova iniziativa a livello europeo. Per l’esperta digitale Anja Hirschel, esponente del partito Pirata, ritiene che sia “un salto eccessivo e senza precedenti verso una società completamente monitorata“.